Veronica Giannone M5S | La tensione tra Lega e Movimento 5 Stelle, quotidianamente amplificata dai continui botta e risposta tra i due vicepremier e dalle dichiarazioni al vetriolo rilasciate da vari esponenti del Governo, si respira anche nel ‘corridoio dei passi perduti’, dove molti parlamentari, soprattutto tra le fila del partito di Luigi Di Maio, non nascondono una certa insofferenza.
La perenne campagna elettorale di Matteo Salvini ha un continuo bisogno di nemici da additare, dai temuti migranti ai rom, dai ‘buonisti col Rolex’ ai negozi che vendono la cannabis light.
Tra i più critici verso il ‘vicepremier verde’ la deputata M5S Veronica Giannone, che il mese scorso ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione Bussetti per chiedergli di intervenire su un liceo del veronese in cui erano stati esposti dei sedicenti ‘cartelli informativi’ contenenti quella propaganda ‘pro vita’ tanto cara alla Lega. Tra i firmatari di quell’interrogazione spiccano l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, e molti esponenti di primo piano dell’opposizione.
“La scuola deve essere un luogo neutro dove i nostri figli si formano, non può e non deve essere un luogo dove chiunque può entrare e pubblicizzare il proprio pensiero, soprattutto non rispettando le leggi dello Stato”, aveva scritto la deputata.
Apparentemente superata la ‘tempesta’ del caso Siri, i partiti che sostengono il governo si sfidano ora su altri campi. “Se quando nasce un problema il tuo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c’è qualcosa che non va”, ha sottolineato stamane Di Maio lodando della decisione presa dal premier Conte che ha autorizzato lo sbarco ad Augusta di 36 migranti salvati dalla Marina Militare.
Matteo Salvini cerca invece di spostare l’attenzione su una presunta lotta alla droga che passa per la chiusura dei negozi che vendono cannabis legale [qui tutta la polemica sui cannabis shop]: “Su questa storia degli shop sono pronto a litigare sul serio anche con gli alleati M5S. Non vorrei che ci fosse qualche parlamentare o anche qualche collega ministro che li frequenti”, aveva detto il leader della Lega.
“Su questa storia della cannabis light sono un po’ basita”, spiega la deputata Giannone a TPI mentre legge le dichiarazioni del ministro dell’Interno, “perché da una parte si dice che vanno riaperte le case chiuse per contrastare lo sfruttamento della prostituzione da parte della criminalità organizzata, dall’altra si vuole vietare la vendita della la canapa con un Thc inferiore allo 0,2 per cento, chiudendo delle attività legali che tolgono importanti fette di mercato al commercio illegale di stupefacenti gestito dalle mafie. Mi sembra un paradosso”.
Solo due giorni fa, postando sulla sua pagina Facebook il video della ragazza che con la scusa di scattare un selfie aveva chiesto al leader della Lega “Non siamo più terroni di m****?”, la parlamentare pentastellata aveva criticato l’atteggiamento del ministro dell’Interno, che aveva fatto requisire il cellulare della giovane dagli uomini della Digos.
“L’articolo 13 della nostra Costituzione recita che la libertà personale è inviolabile. Salvini ha la libertà di esprimere il proprio pensiero su tutto, ma la stessa libertà la devono avere tutti i cittadini, anche quelli che vogliono contestarlo. Quando ho visto il ministro dell’Interno chiedere a degli agenti delle forze dell’ordine di cancellare quel video, ho pensato che si stesse limitando la libertà di una persona che in modo provocatorio ma pacifico aveva semplicemente voluto mettere l’accento sull’evidenza che fino a poco tempo fa i nemici giurati dei leghisti erano i meridionali, trattati come oggi vengono trattati gli immigrati” si legge nel post della deputata M5S.
“Non erano quelli che volevano dividere l’Italia? Un altro episodio grave è avvenuto a Salerno, dove una signora aveva deciso di esprimere il suo dissenso esponendo dalle finestre di casa sua uno striscione con la scritta ‘questa Lega è una vergogna’. Trovo assurdo che quella donna si sia trovata dei poliziotti dentro casa a ‘raccomandarle’ di rimuoverlo per non incorrere in problemi con la giustizia. Quali problemi con la giustizia? Il ministro in questione ha forse dei super poteri che gli permettono addirittura di trasformare la libera espressione in attacco all’incolumità pubblica?”.
Utilizzo improprio del ruolo di capo delle forze dell’ordine, ma non solo: per Veronica Giannone è un grave errore trattare un tema delicato come la sicurezza in modo superficiale e propagandistico, alimentando odi e divisioni che dividono il paese e non risolvono i problemi: “Quando si sono votati il ‘Decreto Sicurezza’ e la legge sulla legittima difesa sono uscita dall’aula perché per me la sicurezza è altro. Per me bisogna lavorare sulla certezza della pena, che sarebbe un vero deterrente, ma soprattutto su un cambiamento culturale che vada a rieducare i soggetti più inclini a commettere reati”.
“Non è con frasi violente tipo ‘quello lì marcirà in galera’ che si crea più sicurezza: in quel modo si fomenta solo odio, mentre il compito dello Stato dovrebbe essere quello di rieducare chi sbaglia per evitare che una volta scontata la pena ripeta gli stessi errori”, osserva la deputata.
“Trovo poi assurdo che si stiano raccogliendo le firme per introdurre la castrazione chimica per pedofili e stupratori. Anche in questo caso si fomentano le persone con parole ad effetto ma non si spiega realmente di cosa stiamo parlando: partiamo dal presupposto che anche dove viene applicato questo tipo di percorso farmacologico, che è reversibile e soprattutto limitato nel tempo, è in corso un dibattito sulla sua effettiva efficacia. Non c’è alcuna prova che quel tipo di crimini dipendano dal livello di testosterone e pensare di far scegliere a queste persone tra il carcere e quel tipo di terapia sembra più un baratto che un atto di giustizia. C’è poi il tema politico: la cosiddetta castrazione chimica è stata presentata prima come emendamento della Lega e poi, dopo lo stralcio del governo, è tornata in aula come ordine del giorno di Fratelli d’Italia. A che gioco stiamo giocando?”.
La propaganda come unico scopo del far politica, questo sembra essere il ‘verbo’ del ministro dell’Interno. “Un rappresentante del Governo, specie quando ricopre un incarico così delicato, dovrebbe evitare di essere in perenne campagna elettorale”, sostiene Giannone, “semplicemente perché non è quello il suo lavoro. Salvini è pagato per risolvere i problemi dei cittadini e non per stare sui palchi a portare voti al suo partito”.