Il generale Roberto Vannacci ha rilasciato una lunga intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera in edicola oggi. Nel colloquio il militare autore del libro Il mondo al contrario – grande successo editoriale l’anno scorso – nega di essere razzista e omofobo e parla della sua possibile candidatura alle elezioni europee di giugno.
“La mia vita è lì a dimostrare che mi sono sempre comportato in modo corretto”, assicura il generale, indagato per truffa, peculato e istigazione all’odio razziale e sospeso per 11 mesi dal servizio. “Visto che la sospensione è connessa al mio libro, le dico molto schiettamente che non ho alcun rimorso. Rivendico la mia libertà di espressione”.
Vannacci definisce “totalmente infondata” l’accusa di istigazione all’odio razziale: “Il mio libro – dice – è un’ode alle diversità. Ma l’elogio della diversità è ben diverso dalla discriminazione. La diversità consiste nel riconoscere caratteristiche diverse in ognuno di noi: cultura, origini, etnia, religione, credo politico. La discriminazione riguarda i diritti e la dignità; e nei miei libri non vi è traccia di questa esecrabile posizione ideologica”.
“Io ho rischiato la vita, mia e dei miei uomini, in Somalia, in Ruanda, in Costa d’Avorio, nello Yemen, in Iraq, in Afghanistan, per salvare la vita di persone con la pelle diversa”, racconta il militare. “Quando scrivo che Paola Egonu non ha i tratti somatici dell’italianità, non discrimino; esalto una differenza. Se io dicessi che non può entrare al bar, allora sarei discriminatorio. Io dico al contrario che è un valore aggiunto, ha un effetto propulsivo; senza di lei nella pallavolo non vinceremmo”.
Secondo Vannacci, “amore e odio sono sentimenti e sono i propellenti della vita”: “Chi vorrebbe cancellare l’odio – afferma – vorrebbe cancellare il motore dell’universo, il combustibile che muove il mondo”.
E alla domanda “Lei chi odia?”, risponde così: “L’odio è un sentimento che non si può cancellare dalla mente con un colpo di spugna. Io odio gli stupratori di bambini. Chi maltratta gli anziani. Posso odiare il nemico. Potrei odiare chi facesse del male alle mie figlie. Ma non giustificherei mai chi trasformasse questo sentimento in un’azione criminosa”.
“Ce l’ha con il Gay Pride?”, chiede Cazzullo. “Ce l’ho con l’ostentazione”, risponde il generale. “Ma il Gay Pride serve proprio a rivendicare l’orgoglio, a dire: non ci nascondiamo più”, replica l’intervistatore. E Vannacci: “Una volta l’anno, va bene; tutti i giorni, con una pressione continua, dà fastidio a molti”.
“Non sono omofobo, ho comandato soldati omosessuali”, dice. “Ma quando mi dicono che gay e lesbiche si nasce, non sono del tutto d’accordo. Il genoma dell’omosessualità non l’hanno mai trovato; e i condizionamenti sociali sono importanti. Trovo inopportuna la massiccia esposizione di modelli omosessuali verso i bambini. Ho cercato in Rete: secondo l’istituto di statistica britannico, i non eterosessuali sono circa il 3,4% della popolazione. Le pare che in televisione la percentuale sia rispettata? Perché su Netflix non approvano una serie se non ci sono scene omosessuali?”.
“Mi hanno mandato la foto di Mengoni”, prosegue il il militare. “Quando si vede un uomo con la gonna, e non siamo in Scozia e non è Carnevale, ci si fa una risatina sotto i baffi”.
Secondo Vannacci, “il problema non sono i gusti sessuali: è l’esibizionismo”: “Non lo scrivo io, ma Kirk e Madsen in After the ball, un libro del 1989: c’è una strategia ben precisa. Si comincia con la desensibilizzazione: si vaccina il mondo inondandolo di immagini di omosessualità, in modo che non sia più percepita come una cosa strana. Poi si nega che la religione contrasti con l’omosessualità, perché la religione è amore…”.
E ancora. “Mi pare che la religione cristiana sia abbastanza assertiva sull’omosessualità. Nella Bibbia Sodoma e Gomorra vengono distrutte. E Dio dice: andate e moltiplicatevi. Gli otto miliardi di persone che sono al mondo sono nati da un uomo e da una donna: perché privare i bambini del diritto di avere un padre o una madre? Io, come molti, cerco di orientare le mie figlie verso l’eterosessualità”. “E se dovesse fallire?”, domanda Cazzullo. Risposta: “Farei quello che ogni genitore deve fare: supportare i figli”.
Il generale punta il dito anche contro la cancel culture: “Stiamo riscrivendo pure le favole: Biancaneve nera, la regina d’Inghilterra nera… Vogliono destrutturare la società, perché una società destrutturata è più facile da guidare. Vogliono sfasciare la famiglia, anche perché i singoli individui consumano di più…”.
Ma vogliono chi? “I gruppi di potere. Le lobby. I gruppi di pressione sui vari temi, dai gay all’ideologia green. Ma se abbattiamo le statue di Cristoforo Colombo, se ci vergogniamo delle nostre radici, dei nostri eroi, della nostra identità, addirittura del nostro progresso demonizzato come inquinante, saremo spazzati via. L’Occidente sarà sopraffatto. Perché il resto del mondo, la Russia, la Cina, il mondo arabo, va nella direzione opposta”.
Una sera, racconta poi Vannacci, “con mia moglie Camelia e una ragazza alla pari olandese, Rose, siamo andati a Roma in un locale gay, vicino al Colosseo. È stata una serata tranquilla”.
Nell’intervista il generale ricorda anche la sua infanzia: da bambino, trasferitosi a Parigi con la famiglia, andava a scuola con Carla Bruni, “una bellissima bambina, che portava i capelli corti e pareva un maschiaccio”.
Ai tempi della prima repubblica, dice, votavo “a destra”. “Ma non mi sono mai sentito prigioniero di categorie. Apprezzo anche uomini di sinistra”, dice. Ad esempio? “Marco Rizzo: mi piace la sua visione sociale”.
Vannacci si esprime poi su alcuni leader politici attuali. Meloni: “Come persona, la trovo carismatica. E capace: altrimenti non sarebbe passata dal 4% al 28″. Schlein?”Fatico a capire quel che dice”.
Putin? “Un autocrate, che ha avuto il merito di riportare il suo Paese al rango di grande potenza, e ha commesso gli errori che commettono gli autocrati. Motivo per cui non posso stimarlo”. E tra Biden e Trump dice che sceglierebbe il secondo: “Se non altro per la senilità di Biden”.
Parlando di Berlusconi, Vannacci vede luci, “come la stretta di mano tra Bush e Putin a Pratica di Mare”, e ombre, dalle “vicende giudiziarie” al “conflitto di interessi”.
“Lei è per respingere i migranti?”, domanda Cazzullo. “Sono per la difesa delle frontiere e per l’emigrazione legale”, risponde il generale. “Il modello sono l’Australia e il Giappone, dove nessuno può entrare illegalmente”.
L’intervistatore gli ricorda poi la definizione data di Benito Mussolini: “uno statista”. “Confermo”, dice il militare. “Mi hanno fatto una domanda a bruciapelo; qualsiasi cosa avessi risposto, sarebbe stata usata contro di me. Se elogio Mussolini, sono fascista. Se non lo elogio, dissimulo le mie idee…”. Io antifascista? “Il fascismo è finito ottant’anni fa. Sarebbe come dire di essere contro l’antica Roma o contro il Rinascimento”.
Vannacci ringrazia Salvini “per l’empatia espressa nei miei confronti”. E sulla candidatura alle europee con la Lega risponde che non ha ancora preso una decisione: “Mi piacciono le sfide. Ma devo capire se posso essere utile, e non una bandiera da sventolare. Non ho ancora deciso. Ho ricevuto anche altre offerte”. Da Fratelli d’Italia? “Non posso rispondere”.
“E se invece facesse una sua lista?”, chiede Cazzullo. “Posso pensare a una candidatura indipendente. Ma una mia lista significherebbe fare un partito: impossibile per le Europee. Per fare un partito servono almeno due anni. Bisogna studiare. Preparare un programma”.
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