Vaccino AstraZeneca: intesa tra Draghi e Macron. Francia irritata con la Germania
Italia e Francia sono pronti a ripartire con le somministrazioni del vaccino AstraZeneca non appena l’Ema darà il suo ok: è nel tardo pomeriggio di martedì 16 marzo che Draghi e Macron si sentono al telefono per tentare di sbloccare il pasticcio europeo sul siero dell’azienda anglo-svedese.
Il premier italiano e il presidente francese definiscono “incoraggiante” il primo pronunciamento dell’Ema nel corso della conferenza stampa pomeridiana e promettono di far “ripartire speditamente la somministrazione” non appena l’agenzia europea darà il via libera definitivo nella giornata di giovedì 18.
L’intesa tra Draghi e Macron è significativa per almeno due motivi. Il primo è che sia Italia che Francia non prendono nemmeno in considerazione il fatto che il vaccino possa essere in qualche modo bloccato dall’Ema. Prova ne è che il governo italiano ha già fatto sapere che lo stop al siero verrà riassorbito nel giro di due settimane, anche grazie all’incremento delle dosi Pfizer in arrivo.
Ma è soprattutto la decisione di Draghi e Macron di escludere la Germania dal colloquio che denota una certa irritazione di Italia e soprattutto Francia nei confronti di Berlino.
Non è un mistero ormai che lo stop ad AstraZeneca sia stato in un certo senso imposto dai tedeschi, i quali, in modo autonomo hanno deciso di sospendere le somministrazioni in seguito a 7 casi sospetti su un 1,6 milioni di vaccini, provocando un effetto a valanga su tutti gli altri Paesi.
Macron non avrebbe nascosto una certa irritazione nei confronti della Germania. Secondo indiscrezioni, infatti, il capo dell’Eliseo avrebbe saputo dello stop tedesco mentre era a colloquio con il premier spagnolo Sanchez e a quel punto, così come Italia e Spagna, non ha potuto fare altro che allinearsi a una decisione non concordata.
Ed è proprio per questo motivo che, nel corso della riunione tra i Ventisette tenutasi nel pomeriggio di martedì, l’Ema è stata invitata a esprimersi in modo netto, frugando ogni dubbio sui casi sospetti a partire proprio da quelli tedeschi che hanno creato l’effetto domino.
Il timore di Draghi, però, è che la sfiducia di parte dei cittadini, disorientati da una scelta poco chiara, nei confronti di AstraZeneca possa comunque compromettere in parte la campagna vaccinale.
Ecco perché è fondamentale una campagna di comunicazione da parte dell’esecutivo, ma anche delle parole chiare e ferme da parte del premier, che già nella giornata di giovedì 18 marzo potrebbe affrontare l’argomento a Bergamo, dove si terrà una commemorazione per le vittime del Covid.
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