Il cambio di passo col passato è evidente, quasi scioccante. Nulla di ciò a cui eravamo abituati è più come prima e il silenzio del premier incaricato Mario Draghi – così lontano dalle frenetiche comunicazioni sui social network – agita non sono i media ma anche i partiti e i ministri uscenti, specie quelli che confidano in un rinnovo. Secondo quanto riporta Adnkronos, “Per ora a noi non risultano telefonate”, assicura un big dei 5 Stelle. Più o meno stesse parole spese dagli esponenti degli altri partiti che si apprestano a prendere parte a una variegata maggioranza. Intanto è arrivato il voto di Rousseau, con il 59,3% dei votanti che ha dato il via libera all’ascesa dell’ex numero uno della Bce verso Palazzo Chigi.
Draghi vorrebbe creare una squadra equilibrata anche dal punto di vista della presenza femminile, “un 50-50”, sostengono diverse voci. Una possibilità che manderebbe all’aria i ‘piani’ delle forze in campo, a partire dai dem che contano soprattutto su tre esponenti: Lorenzo Guerini, Dario Franceschini, Andrea Orlando.
E se LeU spera nelle riconferma di Roberto Speranza alla Salute, Luigi Di Maio fa altrettanto rispetto alla guida della Farnesina, mentre nel M5S Stefano Patuanelli continua a essere in corsa. Per la Lega i nomi in cima alla lista restano Giancarlo Giorgetti, Giulia Bongiorno, Riccardo Molinari ed Erika Stefani; in Forza Italia invece Antonio Tajani, le due capogruppo, Anna Maria Bernini e Maria Stella Gelmini, e Mara Carfagna.
Mentre vi è grande incertezza sulla presenza di Giuseppe Conte in squadra, potrebbe essere lui il nome giusto per il ministero di Transizione ecologica voluto fortissimamente da Beppe Grillo. Ma se l’ex premier decidesse per farsi da parte, per i 5 Stelle la favorita potrebbe essere Fabiana Dadone, ex ministra alla P.A. che può contare su un buon seguito nella base parlamentare ma anche nella fiducia dei vertici grillini.
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