Toninelli in aula sul caso Gregoretti-Salvini: “Non ricordo”
“Non ricordo di aver firmato quel decreto”: è la posizione espressa oggi nell’aula bunker Catania da Danilo Toninelli, chiamato in tribunale come teste nell’udienza preliminare sul caso della nave Gregoretti a carico di Matteo Salvini, che deve rispondere di sequestro di persona per il mancato sbarco di 131 migranti nel 2019. L’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondendo alle domande dell’avvocato Giulia Bongiorno, legale del leader della Lega, più volte ha evitato di indicare circostanze specifiche.
“Lei ricorda – è stata la domanda della Bongiorno – di avere firmato questo divieto di ingresso di transito e sosta che poi viene annullato dal Tar, ricorda? C’è anche la sua firma su su questo episodio, la può riconoscere la sua firma? Anche in merito alla sua apertura solo per i minori… ricorda?”. “Non ricordo, è passato tanto tempo…”, è stata la risposta dell’esponente del Movimento 5 Stelle. Ma l’avvocato – come viene fuori dalla piccola e temporanea finestra lasciata aperta ai giornalisti dal giudice – ricorda un post pubblicato proprio da Toninelli, che a giudizio della Bongiorno è la conferma di una condivisione e compattezza nelle scelte da parte del governo, che insomma Salvini non decise da solo.
“La linea del governo era di fare interessare gli altri Stati europei al collocamento dei migranti. Ma ogni sbarco era un caso a parte”, ha detto ancora l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondendo alla Bongiorno.
Parlando ai giornalisti, poi, a fine udienza, ha aggiunto: “Ho risposto in verità e trasparenza a tutte le domande che mi sono state poste”. E ancora: “È in corso un tentativo di addossare su di me, sul ministro ai Trasporti, una scelta, che è solo del ministro dell’Interno. È stabilito dalle norme che per l’assegnazione del porto sicuro c’è un mandato unico al ministro dell’Interno che è il responsabile. Stiamo assistendo, invece, al tentativo di scaricare tutto sul ministero dei Trasporti, da parte di un uomo che diceva di difendere i confini italiani, che era l’uomo forte al governo”.
“Ci sono le leggi nazionali e internazionali – ha continuato – che spiegano che l’assistenza in mare spetta al ministero dei Trasporti, ma l’assegnazione del porto per lo sbarco è responsabilità unica al Viminale.
Dopo Toninelli è stata sentita come teste nell’udienza preliminare sul caso Gregoretti, a Catania, l’ex ministra alla Difesa Elisabetta Trenta. Poi sono iniziate le dichiarazioni spontanee di Salvini. “Toninelli non c’era e se c’era dormiva”, è stato il commento del leader della Lega.