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    Il Tar brucia l’inceneritore di Roma: Cingolani commissariato dal suo factotum

    Di Ilaria Proietti
    Pubblicato il 4 Giu. 2022 alle 09:55 Aggiornato il 4 Giu. 2022 alle 09:56

    Il sindaco Roberto Gualtieri ha promesso di realizzare un nuovo termovalorizzatore a Roma prima dell’inizio del Giubileo e per questo il governo Draghi, sfidando le ire del Movimento 5 Stelle, l’ha nominato commissario per la monnezza della Capitale. Ma è tutto in salita. Perché nel frattempo è Palazzo Chigi ad essere stato commissariato sui rifiuti: lo ha deciso il Tar quando ha scoperto che il ministero dell’Ambiente non ha ancora sottoposto a valutazione ambientale strategica (Vas) il piano nazionale varato nel 2016 per stabilire quali e quanti impianti di smaltimento dovessero essere realizzati per garantire ad ogni regione l’autosufficienza. Piano previsto dal decreto Sblocca Italia approvato all’epoca di Matteo Renzi (che aveva previsto il potenziamento dei 40 impianti esistenti sul territorio nazionale e la realizzazione di altri 8 termovalorizzatori tra cui uno nel Lazio), bypassando la procedura nel corso della quale si accerta quali siano i fabbisogni regionali effettivi e le eventuali soluzioni alternative ai termovalorizzatori offerte all’economia circolare che ci chiede l’Europa.

    La Valutazione ambientale strategica deve esser fatta, ma invece niente. Come si è scoperto nei mesi scorsi quando la Presidenza del Consiglio, incalzata dal Tar, ha fatto lo scaricabarile chiedendo lumi al ministero di Roberto Cingolani che non ha neppure risposto. Di qui la condanna dei giudici amministrativi che hanno ordinato alle Amministrazioni di adempiere entro 180 giorni. E per non rischiare che si faccia ancora una volta melina, hanno anche nominato con effetto immediato un commissario ad acta. Chi? Roberto Cerreto ossia il capo di gabinetto di Cingolani, ministro commissariato dal suo factotum.
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