Parlando a La Zanzara nel marzo del 2019, l’attuale ministro degli Esteri Antonio Tajani disse di Benito Mussolini: “Fino a quando non ha dichiarato guerra al mondo intero seguendo Hitler, fino a quando non s’è fatto promotore delle leggi razziali, a parte la vicenda drammatica di Matteotti, ha fatto delle cose positive per realizzare infrastrutture nel nostro paese, poi le bonifiche. Da un punto di vista di fatti concreti realizzati, non si può dire che non abbia realizzato nulla”.
Oggi il suo pensiero sul “duce” si arricchisce di una nuova dichiarazione, arrivata a commento della proposta di legge Rampelli in difesa della lingua italiana: “È una proposta di legge di un parlamentare, non del governo, e le proposte di legge devono essere approvate dalla Camera e dal Senato, ma la difesa della lingua italiana non c’entra niente con Mussolini. Il fascismo è finito nel ’45, è roba passata che non ci interessa e non ci riguarda. Mussolini ha fatto più danni che cose utili”.
Il ministro ha risposto a una domanda di un giornalista della stampa estera che aveva parlato del provvedimento dicendo che avesse “sapore mussoliniano”. “Io ho sempre difeso la lingua italiana – ha aggiunto Tajani – è la lingua madre, Dante Alighieri è il poeta dell’italiano. Io quando presiedevo il Parlamento europeo mi esprimevo in italiano perché essendoci la traduzione ho il diritto di esprimermi nella mia lingua madre. Sono nato quando Mussolini non ci stava più ma in ogni caso non c’entra la difesa della lingua italiana”.