Taglio dei parlamentari, rischio scissione nel M5S
Nel giorno decisivo per l’approvazione della legge costituzionale per il taglio dei parlamentari c’è un rischio scissione nel M5S contro Luigi Di Maio. Circa 25 pentastellati alla Camera dei Deputati sarebbero pronti a sfilarsi manifestando dissenso rispetto alla linea imposta dal capo politico. A raccontarlo dalla prima pagina è oggi il quotidiano La Stampa.
Il testo arrivato a Montecitorio per l’ultimo passaggio taglia 345 parlamentari e riduce da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori. I dissidenti meditano di affossare la legge.
Del malumore interno al Movimento 5 Stelle sarebbero già stati messi al corrente già Francesco Silvestri, candidato al ruolo di capogruppo, Di Maio, e sarebbe stato informato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La Stampa spiega che il numero del ribelli potrebbe aumentare a trenta e le loro mosse sono la premessa di una scissione imminente. Mentre il centrodestra resta a guardare.
Per il via libera al taglio dei parlamentari serve la maggioranza assoluta dei voti dell’assemblea e a Montecitorio l’asticella è fissata a quota 316, la metà più uno dei 630 onorevoli. Sulla carta sono favorevoli alla legge anche Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ma Matteo Salvini avrebbe dato ordine ai suoi di verificare quanto accade nella maggioranza giallorossa, se esiste ancora l’autosufficienza di Pd e M5S.
Il premier Giuseppe Conte alla Camera un mese fa ha ottenuto la fiducia con 343 sì e qualche assenza studiata nel Partito Democratico e le fratture nel M5S potrebbero creare problemi. La Stampa spiega che molto dipenderà anche da eventuali aperte manifestazioni di dissenso. Se i numeri non reggeranno la legge verrebbe affossata, ma anche se dovesse passare con il voto contrario di membri del Movimento, ci sarebbe una conferma della rivolta contro Di Maio.
Tra i ribelli ci sarebbe un gruppo di 15 deputati che si terrebbe pronto per la scissione, da concretizzare nelle prossime settimane. Tra i punti del loro programma ci sarebbe la legge proporzionale e una reale democrazia interna. Sarebbero pronti a un gruppo parlamentare autonomo.
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