Taglio parlamentari, ecco i nomi dei “salva-poltrone”: chi ha firmato per il referendum
Sono in tutto 64 i “salva-poltrone” che hanno firmato per chiedere il referendum confermativo sulla riforma del taglio dei parlamentari. La notizia del giorno, infatti, riguarda lo stallo della legge – approvata in via definitiva lo scorso ottobre – che prevede il taglio del 36,5 per cento di deputati e senatori: prima di poter procedere, infatti, sarà necessario consultare il popolo italiano.
Secondo quanto previsto dalla nostra Costituzione, infatti, una legge di riforma costituzionale – dopo l’iter aggravato alle Camere, con la doppia deliberazione a distanza di tre mesi l’una dall’altra – rimane “in sospeso” per tre mesi, per vedere se un quinto dei membri di una Camera (o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali) facciano richiesta di referendum confermativo. Come effettivamente è avvenuto oggi con il taglio dei parlamentari.
Ma chi sono i “salva-poltrone” che hanno posto le firme necessarie a chiedere il referendum? Di questi 64, ben 41 appartengono a Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, dunque, ha avuto un ruolo decisivo per la richiesta di referendum. Gli altri firmatari appartengono al Pd (7), al M5s (3), a Italia Viva (2), alla Lega (2) e al gruppo Misto (9). A chiudere la conta ci sono Emma Bonino, che anche ai nostri microfoni si era detta contraria al taglio dei parlamentari, e il senatore a vita Carlo Rubbia, assente il giorno della votazione alla Camera.
I nomi di chi ha firmato per il referendum
Di seguito, i nomi dei parlamentari di Forza Italia che si sono opposti: Renato Schifani, Giancarlo Serafini, Andrea Cangini, Barbara Masini, Giacomo Caliendo, Rocco Moles, Andrea Causin, Anna Carmela Minuti, Raffaele Fantetti, Nazario Pagano, Paola Binetti, Laura Stabile, Massimo Mallegni, Salvatore Sciascia, Domenico De Siano, Luigi Cesaro, Antonio Saccone, Luigi Vitali, Sandra Lonardo, Alfredo Messina, Stefania Craxi, Roberto Berardi, Marco Perosino, Francesca Alderisi, Urania Papatheu, Antonio Barboni, Claudio Fazzone, Sandro Biasotti, Enrico Aimi, Francesco Giro, Fiammetta Modena, Lucio Malan, Maurizio Gasparri, Gilberto Pichetto, Adriano Paroli. Erano in missione: Vincenzo Carbone, Franco Dal Mas, Maria Rizzotti, Antonio De Poli.
Questi, invece, i membri del Pd: Francesco Verducci, Tatjana Rojc, Francesco Giacobbe, Gianni Pittella, Roberto Rampi, Vincenzo D’Arienzo e Tommaso Nannicini. Per quanto riguarda Italia Viva, i firmatari sono stati Laura Garavini e Riccardo Nencini, mentre curiosamente i due della Lega sono i senatori passati al Carroccio nei giorni scorsi dal M5s: Francesco Urraro e Ugo Grassi.
Del Movimento Cinque Stelle chi ha firmato per il referendum sul taglio dei parlamentari sono Mario Michele Giarrusso, Luigi Di Marzio e Gianni Marilotti. Infine, appartengono al gruppo Misto Carlo Martelli, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Saverio De Bonis, Maurizio Buccarella, Adriano Cario e Riccardo Antonio Merlo. A chiudere, come già anticipato, Emma Bonino e Carlo Rubbia.
Le motivazioni che hanno spinto i parlamentari a firmare per il referendum sono varie. C’è chi il giorno della votazione era assente, chi era in missione o chi ancora si era astenuto. C’è anche chi, ovviamente, egoisticamente ha intenzione di salvare il proprio posto in Parlamento. Come anche chi spera in elezioni anticipate che, in questo momento, si svolgerebbero con le vecchie regole (e quindi con l’elezione di 945 parlamentari). In ogni caso, l’ultima parola spetterà adesso ai cittadini itailiani.