Striscioni contro Salvini | Fermati e identificati dalla polizia per due cartelli di protesta contro Matteo Salvini. È successo di nuovo, questa volta a una coppia di fidanzati di 24 e 26 anni di Carpi [qui la notizia]. “Questo è quello che succede quando si tenta di manifestare contro un fascista con due cartelloni”, ha scritto Teresa D’Orazi pubblicando su Facebook il video dell’identificazione subita insieme al fidanzato Lorenzo Contini nella serata di martedì 14 maggio, mentre il ministro dell’Interno stava per tenere un comizio elettorale in piazza.
Carpi, controllori requisiscono striscioni anti-Salvini a due giovani | VIDEO
Teresa e Lorenzo erano appena usciti di casa per andare a un bar poco lontano, punto di ritrovo di un presidio pacifico organizzato per protestare contro il ministro dell’Interno che di lì a poco avrebbe tenuto il suo comizio elettorale, quando sono stati fermati da due agenti in borghese che hanno intimato loro di far visionare i cartelloni che tenevano in mano [qui tutti gli striscioni contro Salvini].
Che cosa c’era scritto in quei cartelloni? “Frasi di canzoni di De André e Caparezza, non mi sembra reato. Non c’era nemmeno il nome di Salvini. Se hai la coda di paglia nell’identificarti in ‘quegli idioti’ ti offendi, altrimenti no”, spiega a TPI Teresa.
Siamo stati fermati a nemmeno 200 metri da casa. Nel video si vede una piazza con dei giardinetti a destra e una via, io abito lì. Io ero davanti, il mio moroso era dietro e avevamo i cartelloni avvolti con noi. A un certo punto ci hanno fermato, abbiamo sentito due persone che ci chiedevano ‘ma che cosa c’è scritto lì dentro? Dove state andando?’.
Erano due agenti in borghese, che si sono identificati come tali solo successivamente. Ci tengo a fare una precisazione: il comizio di Salvini era in piazza, in corso Alberto Pio, noi invece stavamo andando dalla parte opposta per incontrare dei ragazzi che si erano stavano radunando davanti a un locale per protestare in maniera pacifica dato che comunque non era stata autorizzata alcuna manifestazione. Noi non facevamo parte di nessun tipo di corteo, semplicemente stavamo camminando con i mano questi due cartelloni [striscioni contro Salvini, cosa dice la legge].
La nostra non sarebbe stata una contro-manifestazione, ma un presidio pacifico lontano dalla piazza del comizio. Io e Lorenzo abbiamo saputo che diverse persone si sarebbero ritrovate davanti a questo bar per fare questo presidio e che avrebbero tenuto in mano alcuni fiori per ricordare le persone morte durante il fascismo.
Comunque, in realtà, non sarebbe stato nemmeno possibile chiedere alcuna autorizzazione per manifestare perché da qualche tempo a questa parte Matteo Salvini comunica con estremo ritardo le tappe elettorali, forse una tattica proprio per evitare che la gente possa organizzarsi e chiedere i relativi permessi in tempo.
Siamo stati fermati da queste due persone che all’inizio non si sono identificate. Dopo averci chiesto per un paio di volte che cosa ci fosse scritto sui cartelloni, uno dei due ha detto una cosa del tipo ‘è la polizia che ve lo chiede’ e ha scostato la giacca mostrando un distintivo. Erano in borghese e all’inizio non abbiamo compreso chi fossero e che cosa volessero.
A quel punto hanno guardato i cartelloni, ce li hanno presi e hanno iniziato a farci delle domande e a fare fotografie, ci hanno chiesto i documenti e hanno chiamato in commissariato per verificare le nostre generalità. Io ho ripreso tutto e ho detto più volte agli stessi agenti che stavo filmando – e sia nel video che nell’audio si sente – e non mi hanno bloccato, questo per rispondere a chi ora dice che li ho filmati senza essere stata autorizzata.
A un certo punto sono arrivati altri due, suppongo altri agenti in borghese di grado più elevato, perché hanno materialmente deciso al posto degli altri due. Erano tutti molto imbarazzati perché non sapevano bene che cosa dire. Per il resto, alla fine ci hanno lasciato andare ma tra la piazza dove ci hanno fermato e il bar dove stavamo andando c’è una biblioteca in mezzo e abbiamo deciso di sostare lì per avvolgere di nuovo i cartelloni in modo tale che non ci fermassero un’altra volta e non ci richiedessero niente.
Quando stavamo per uscire dalla biblioteca sono entrati altri due agenti in borghese, che ci hanno chiesto di nuovo che cosa fossero quei cartelloni e cosa ci fosse scritto. Io ho spiegato che ci avevano appena fermato e lasciato andare, comunque gli abbiamo fatto rivedere i documenti. Ci tengo a precisare che quando ci siamo uniti al gruppo e siamo andati in piazza nessuno ha osato avvicinarsi a noi o a dirci che quelle cose non potevamo dirle o scriverle, nessuno ci ha più detto niente. Un po’ strano.
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Abbiamo scelto Caparezza e De André perché sono artisti che non si sono fermati mai davanti a niente, hanno sempre fatto denuncia in maniera intelligente, non offendono mai direttamente. Le due canzoni che abbiamo scelto denunciano il potere che prevarica e quando questo accade è necessario difendere i propri diritti.
Non abbiamo scritto insulti o cose simili contro Salvini perché non vogliamo abbassarci al livello del dialogo politico attuale e non vogliamo che il livello del dibattito si abbassi ulteriormente, ma pensiamo comunque di dover combattere per i nostri diritti.
Ho ricevuto insulti, qualcosa, ma poca roba devo dire. Sono ancora tutti presenti sotto al post del video, non ho cancellato nulla. Devo dire che sono intervenute anche molte persone a difendermi da chi commentava con “zecca rossa”, “vai a lavorare”, “vai a fare da mangiare”, “il mondo non gira intorno a te”.
Alcuni poi hanno criticato il fatto che abbia contestato la richiesta dei documenti e io su questo punto vorrei chiarire una cosa: non è che per qualsiasi motivo mi puoi chiedere i documenti, se lo fai è perché hai un motivo valido, secondo me, perché mi reputi una persona potenzialmente pericolosa, un individuo sospetto. Noi avevamo solamente due cartelloni con frasi di Caparezza e De André, l’identificazione forse era un po’ troppo.
Se ti ferma la polizia conosci i tuoi diritti?
Infatti, mi sembra una cosa assurda. Quello che è successo a noi è stato magari sproporzionato, ma quello che è successo al settantenne di Carpi che è stato ammanettato sul tetto e arrestato è assurdo, una cosa allucinante e disumana.
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Perché tutti i giorni leggiamo cose allucinanti sui giornali. Salvini e i suoi alleati di governo ogni giorno dichiarano cose imbarazzanti, è imbarazzante che tutti i giorni succedano delle cose così tanto gravi e che lui si opponga a concedere dei diritti a delle persone che ne avrebbero bisogno e che scappano da situazioni allucinanti e lo fa solo per aumentare il suo ego.
Calpesta la Costituzione, io non voglio un ministro dell’Interno che si comporta in questo modo. Io e moltissimi altri ragazzi abbiamo deciso di rimanere in Italia a studiare e lavorare ma vorremmo essere rappresentati da persone all’altezza, che siano competenti e che capiscano qual è il loro ruolo. Non è possibile che al governo ci sia una persona addirittura incapace di sostenere degli striscioni di protesta.
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