Striscione Regeni rimosso, Boldrini contro la Lega
Laura Boldrini, ex presidente della Camera, ha preso posizione contro decisione del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga di rimuovere lo striscione su Giulio Regeni dal palazzo della Regione, dove era stato esposto nel 2016 dalla ex presidente Debora Serracchiani.
“L’Egitto continua a sabotare le indagini su sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni”, ha scritto sul suo profilo Twitter Laura Boldrini. “E la Lega che fa? Anziché ritirare l’ambasciatore italiano a Il Cairo ritira lo striscione dal balcone della Regione Friuli Venezia Giulia che chiede Verità per Giulio. Solo una parola: vergognatevi!”
Boldrini (Leu) è stata tra i deputati che si sono battuti per dare avvio alla commissione d’inchiesta parlamentare per cercare la verità sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore friuliano torturato e assassinato al Cairo tra gennaio e febbraio 2016.
La commissione d’inchiesta è stata poi istituita alla fine di aprile con il voto della Camera.
Fedriga ha detto di aver rimosso lo striscione dalla sede della Regione per far spazio alle decorazioni per l’Europeo Under 21.
Tuttavia non è la prima volta che lo striscione che chiede la verità sul caso Regeni, frutto di una iniziativa della ong Amnesty International, viene preso di mira dalla Lega.
Il neoeletto sindaco leghista di Treviso, Mario Conte, a luglio 2018 aveva rimosso lo striscione, dichiarando che: “In questi anni in cui è stato appeso lo striscione sul palazzo non è stato fatto null’altro in città per sensibilizzare sul tema. Crediamo che ci possano essere azioni più incisive di un cartello”.
Anche a Ferrara, all’indomani della vittoria del leghista Alan Fabbri al ballottaggio, un vessillo della Lega aveva coperto lo striscione Verità per Giulio collocato sulla scalinata del municipio.
Pochi giorni fa Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, hanno denunciato un’ondata di intimidazioni nei confronti dei loro legali al Cairo, attraverso la Nsa, il servizio segreto civile egiziano. “Ora basta: il ritiro immediato dell’ambasciatore italiano al Cairo non è più procrastinabile”, hanno detto in quell’occasione. Ma dal governo italiano non è ancora arrivata nessuna risposta concreta.
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