Si va verso la proroga dello stato d’emergenza al 31 dicembre. E di conseguenza dello smart working, per dipendenti pubblici e privati ancora chiusi a casa. L’ombra del Covid si allunga anche sulla seconda metà del 2020. La decisione ufficiale non è stata ancora adottata ma è lo stesso premier Giuseppe Conte a confermare la notizia già circolata. Anche se in serata frena: “Non ho detto che c’è stata una decisione, è un tema che dobbiamo affrontare e a farlo sarà il governo in modo collegiale nel debito confronto con il Parlamento”.
Le reazioni politiche
L’ipotesi ha già scatenato reazioni. A cominciare da quelle del centrodestra. “Gli italiani – dice il segretario della Lega Matteo Salvini – meritano fiducia e rispetto. Con tutte le attenzioni possibili, la libertà non si cancella per decreto”. Sulla stessa lunghezza d’onda la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Non mi pare che ci siano i presupposti per prorogare fino alla fine dell’anno lo stato emergenza, che è uno strumento del quale il governo dispone per fare un po’ quello che vuole, accelerando dei passaggi che altrimenti avrebbero bisogno di maggiori contrappesi”.
Ad appoggiare la proroga dello stato d’emergenza è invece il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che dichiara: “Siamo pronti a sostenere qualsiasi scelta del governo utile a contenere la pandemia”. Martedì, ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ci sarà un voto sullo stato di emergenza. Dovrebbe arrivare al termine della relazione del ministro della Salute, Roberto Speranza, sul nuovo dpcm, che dovrebbe contenere anche la proroga dello stato di emergenza.
Cosa cambia con la proroga
Con il nuovo decreto sarà possibile firmare nuovi Dpcm, decretare nuove “zone rosse”, acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglass. Così come avviene per i disastri naturali – primi fra tutti i terremoti – lo stato di emergenza consente infatti di saltare alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che non devono avvenire in assegnazione diretta, ma seguono comunque percorsi agevolati. E soprattutto consentirà di programmare per altri sei mesi il lavoro in smart working per i dipendenti dello Stato. La proroga fornisce una “copertura” anche se dovesse esserci una seconda ondata di Covid-19 e quindi effettuare interventi straordinari come il reperimento di posti letto in strutture diverse dagli ospedali, come ad esempio le caserme o gli alberghi sanitari.
Ora dovranno essere stabiliti i tempi: una delibera del consiglio dei ministri deciderà la proroga fino al 31 dicembre o forse fino al 31 gennaio 2021. Occorrerà poi capire quali misure rimarranno in vigore (ad esempio il distanziamento sociale o altre misure sanitarie) anche dopo il 31 luglio, alla scadenza del primo stato di emergenza. Un passaggio necessario, altrimenti decade l’obbligatorietà di una serie di protocolli.
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