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    Covid, Speranza presenta alla Camera il piano vaccini del governo: “Sarà gratuito per tutti gli italiani”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 2 Dic. 2020 alle 10:09 Aggiornato il 2 Dic. 2020 alle 12:36

    Speranza presenta alla Camera il piano vaccini anti-Covid del governo | DIRETTA LIVE

    PIANO VACCINI SPERANZA DIRETTA LIVE – Oggi, mercoledì 2 dicembre 2020, il ministro della Salute Roberto Speranza ha presentato alla Camera il piano vaccini anti-Covid del governo e le prossime misure inserite nel nuovo dpcm. Speranza ha illustrato al Parlamento la road map con la quale l’esecutivo intende uscire dall’emergenza Coronavirus attraverso una massiccia campagna di vaccinazione che presumibilmente durerà per tutto il 2021. Il ministro ha chiarito sin da subito che non è possibile far coincidere la campagna con una eventuale terza ondata di Coronavirus, perché il personale sanitario e le strutture dovranno essere impiegate pressoché integralmente nella vaccinazione della popolazione italiana, a partire dalle fasce a rischio, e cioè gli over 80, le Rsa e gli operatori sanitari.

    L’annuncio principale ha riguardato la gratuità dei vaccini: “un bene comune”, ha detto Speranza, e per questo saranno appunto gratuiti per tutti gli italiani. Inoltre non vi sarà obbligatorietà: “Nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione: l’obiettivo è raggiungere al più presto l’immunità di gregge, e oggi più che mai serve contributo di tutti”, ha dichiarato Speranza. Il piano strategico, di cui oggi ha annunciato solo le linee generali in attesa di quello esecutivo, prevede sette assi. Per il nostro Paese sono state riservate 202 milioni e 573mila scorte “sufficienti a vaccinare tutta la popolazione”. Anche se, ha chiarito Speranza, è previsto un richiamo per raggiungere l’immunità, e con i dati a disposizione oggi non è ancora possibile conoscere con certezza la durata dell’immunità raggiunta.

    L’acquisto dei vaccini prodotti dalle varie aziende farmaceutiche e la stipulazione dei contratti sarà gestito da Bruxelles per conto dei singoli Paesi europei sulla base dell’accordo europeo stipulato a giugno, scaturito dal patto di “alleanza per i vaccini” tra Italia, Francia e Germania e Olanda. Sarà poi l’Italia a gestire a livello centralizzato la distribuzione delle dosi, con un massiccio impiego di tutti gli operatori del Sistema Sanitario Nazionale, ma è previsto anche il ricorso ad assunzioni mirate, e alla cooperazione con il ministero dell’Università per pescare anche dal bacino degli studenti delle scuole di Specializzazione.

    Speranza ha lanciato un appello politico ai colleghi in aula, quello all’unità, necessaria per portare avanti al meglio questa delicata fase che porterà l’Italia “ad uscire da questo momento difficile: “La piena riuscita deve rappresentare l’obiettivo di tutto il Paese, e per questo rivolgo ai colleghi un appello politico: non ci può essere alcuna divisione tra noi, non possiamo permettercelo. Serve un grande patto Paese con tutti dentro: non ci sono maggioranza e opposizione, ma gli italiani”, ha chiarito il ministro.

    Per quanto riguarda le misure anti-Covid contenute nel prossimo dpcm, che entrerà in vigore a partire dal 4 dicembre, sarà confermata la divisione dell’Italia in tre diverse fasce di rischio: il ministro ha sottolineato che le misure finora adottate hanno dato i risultati sperati, ma anche che “é necessario non abbassare la guardia”, per questo le restrizioni non si allenteranno a Natale, e nei giorni cruciali (dal 24 al 27) bisognerà limitare anche gli spostamenti tra comuni. “L’obiettivo del governo è quello di disincentivare gli spostamenti internazionali e limitare quelli tra Regioni”, ha aggiunto il ministro. Per quanto riguarda lo sci, Speranza ha detto che “bisogna evitare potenziali spostamenti in luoghi di stagione turistica legati ad attività sciistiche”.

    Per quanto riguarda la scuola, il ministro della Salute ha assicurato che saranno garantite le lezioni in presenza per le scuole primarie e per la prima media anche nelle Regioni che rientrano nella zona rossa: “una scelta che rivendichiamo per la centralità che attribuiamo alla scuola per la vita delle comunità”, e che l’obiettivo del governo è quello di far rientrare gradualmente a scuola anche gli studenti della seconda e della terza media e delle classi superiori.

    Il discorso integrale di Speranza alla Camera sul piano vaccini

    “Le prossime festività vanno affrontate con serietà: senza cambiamento delle abitudini e il rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata al fallimento. In società sviluppate come la nostra la convivenza è difficilmente realizzabile, ecco perché con il prossimo Dpcm dobbiamo continuare con misure chiave e rigorose per non disperdere gli sforzi”, ha detto Speranza.

    Confermeremo il modello di classificazione delle Regioni per scenario: il sistema a 3 zone ha dato risultati soddisfacenti, i tecnici del ministero si stanno confrontando sui parametri ma l’impianto di fondo è corretto e sta funzionando, è strumento efficace che ci consente di reagire rapidamente. Le Regioni tendono verso il giallo ma se il quadro peggiora lo strumento automatico provvederà a farle passare alla fascia più alta di rischio”.

    “Le restrizioni saranno rigorose anche a Natale, anche nel quadro del coordinamento europeo, indispensabile per le attività che si colgono al confine. Bisogna limitare i contatti non indispensabili tra le persone, l’orientamento del governo è quello di disincentivare gli spostamenti internazionali e limitare quelli tra regioni come oggi nei più importanti giorni di festa, e dal 24 al 26 gennaio bisogna limitare spostamenti anche tra comuni”.

    “Sarà opportuno in generale ridurre i rischi di diffusione connessi a momenti di aggregazione a Natale e Capodanno, le misure sono indispensabili se non vogliamo vanificare i segnali miglioramento. Serve il contributo di tutti per alleggerire la pressione sulle strutture e diminuire contagi e decessi. Saranno garantite le lezioni in presenza nella scuola primaria e per la prima media anche nelle zone rosse, scelta che rivendichiamo per la centralità dell’attività scolastiche nella vita delle nostre comunità. L’obiettivo è arrivare a una graduale ripresa delle lezioni in presenza per la seconda e la terza media, e anche per gli studenti delle scuole superiori”.

    “Il messaggio di fondo che voglio rivolgere al Parlamento è di ragionata fiducia: cari colleghi  dentro la tempesta che stiamo ancora vivendo vediamo un approdo, una rotta chiara verso un porto sicuro. A partire da gennaio avremo i primi vaccini e progressivamente saremo in grado vaccinare un numero sempre più alto di italiani: è la svolta a cui lavoriamo da mesi. Siamo stati i primi insieme a Germania Francia e Olanda a costruire l’alleanza per i vaccini: ora vediamo primi risultati. Serve ancora prudenza e cautela, la verità è che al momento nessun vaccino è stato approvato né dall’Ema né dall’Fda, ma i segnali sono incoraggianti. Ci hanno portato ad accelerare la definizione del piano strategico che illustro oggi in parlamento e che individua le linee essenziali, in seguito arriverà anche un piano esecutivo”.

    “Al momento non è intenzione del governo disporre l’obbligatorietà vaccinazione, nel corso della campagna valuteremo il tasso di adesione: l’obiettivo è raggiungere al più presto l’immunità di gregge, e oggi più che mai serve contributo di tutti. Sono sacrifici con scadenza temporale definita che ci porteranno a chiudere questa pagina difficile della storia del nostro Paese, dell’Europa e dell’intera umanità: dobbiamo compiere sforzi per non far coincidere la campagna di vaccinazione con una nuova ondata di Covid: il personale non potrà essere impegnato nella lotta contro il Covid perché sarà una campagna massiccia.

    “La piena riuscita deve rappresentare l’obiettivo di tutto il Paese, e per questo rivolgo ai colleghi un appello politico: non ci può essere alcuna divisione tra noi, non possiamo permettercelo. Serve un grande patto Paese con tutti dentro: non ci sono maggioranza e opposizione, ma gli italiani”.

    “Primo asse: l’acquisto del vaccino è centralizzato e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Il vaccino è un bene comune, un diritto che va assicurato a tutte le persone, a donne e uomini indipendentemente da reddito e territorio in cui ciascuno vive e lavora: nessuna disuguaglianza è ammissibile. Il secondo asse è importante e rende concreto il principio: l’Italia ha riservato 202 milioni 573mila dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione ampia per vaccinare tutta la popolazione e conservare scorte di sicurezza. Con le conoscenza a disposizione è probabile che saranno necessarie due dosi, ma non vi è ancora evidenza scientifica sui tempi esatti di durata dell’immunità. Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l’Ue ha formalizzato. Questo meccanismo europeo di acquisti è stato promosso da un’iniziativa italiana. E dalla prima intesa per la fornitura dei vaccini a giugno è scaturita la decisione dell’Ue di centralizzare a Bruxelles la stipula dei contratti. Non sono gli Stati ma la Commissione a negoziare per conto di tutti i Paesi europei”.

    “L’immissione in commercio dovrebbe arrivare entro l’anno: Ema potrebbe esprimersi il 29 dicembre sul vaccino Pfizer e il 12 gennaio su moderna.  Al fine di potenziare effetto protettivo sono state individuate seguenti categorie a cui il vaccino sarà distribuito in via prioritaria: 580mila anziani over 80, 13 milioni di anziani dai 60 ai 79 anni. Si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20mila operatori sanitari impiegati nella campagna, ricorrendo a un cospicuo ricorso a personalità esistenti nel Paese anche attraverso un invito pubblico a partecipare alla campagna con contratti definiti ad hoc”.

    Le anticipazioni sul piano vaccini anti-Covid del governo

    Il piano dell’esecutivo sui vaccini anti-Covid è stato anticipato dal ministro Speranza nel corso della riunione con i capigruppo della maggioranza che si è tenuta nel tardo pomeriggio di martedì 1 dicembre a Palazzo Chigi. Secondo quanto riferito da fonti parlamentari della maggioranza, Speranza avrebbe riferito che l’Italia avrà 202 milioni di dosi di vaccino dal primo trimestre 2021. Allo stato attuale delle cose, il vaccino ha bisogno di richiamo e non si sa ancora quanto durerà l’immunità.

    Il vaccino verrà somministrato inizialmente al personale medico e sanitario e alle Rsa. Il piano sarà inizialmente riservato a coloro che hanno 80 anni, dopodiché si passerà a coloro che hanno una fascia di età tra i 60 e i 70 anni. Quindi ai lavoratori “essenziali”, inclusi quelli della scuola. Il ministro ha sottolineato che vi sarà il coinvolgimento dell’esercito e che i vaccini verranno monitorati attraverso un sistema informativo ad hoc collegato con sistemi regionali. Si lavorerà, dunque, ad un doppio monitoraggio: quello legato alla vigilanza e un’altra alla “sorveglianza immunologica”. Secondo una linea dettata anche dall’Europa non si partirà con l’obbligo della vaccinazione ma si utilizzerà l’arma della persuasione e dell’informazione.

    Il primo vaccino disponibile dovrebbe essere quello della Pfizer, con le prime dosi in arrivo tra il 23 e il 26 gennaio. Le dosi arriveranno direttamente nei 300 punti già stabiliti dal governo con le Regioni. La distribuzione del vaccino sarà interamente statale: la gestione sarà centralizzata e il vaccino sarà distribuito secondo decisioni mediche e scientifiche. Successivamente ci sarà un piano di vaccinazione di massa utilizzando grandi spazi pubblici come, ad esempio, palestre e spazi aperti tra cui le fiere. Nel corso della riunione, poi, il ministro Speranza avrebbe sottolineato la necessità di continuare a mantenere la linea del rigore per quanto riguarda le misure anti-Covid per evitare che la campagna vaccinale possa essere compromessa dall’eventuale terza ondata di Coronavirus.

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