È fantastico vederli da fuori, se non fosse che su questa malridotta nazione alla fine ci siamo noi, i nostri figli, i nostri risparmi, la nostra casa e quindi si perde quel po’ di senso dell’umorismo che tornerebbe utile per superare il momento.
Dopo i sovranisti dei confini ora siamo passati al livello successivo e abbiamo i sovranisti con il culo degli altri. I professori del fate come diciamo noi ma non fate come noi che improvvisamente, e non è la prima e non sarà l’ultima volta, tornano con la coda tra le gambe dopo essere stati bastonati da Macron, che ha infine deciso di ritirare il proprio ambasciatore.
Non accadeva dal 1940 e quella volta servì per annunciarci una dichiarazione di guerra. Il governo del cambiamento, nonostante lo stizzoso Giuseppe Conte e Luigi Di Maio che da stamattina sembra essere appena uscito da un’accademia per maggiordomi, è riuscito lì dove non era mai riuscita tutta “la peggio politica che per decenni ha trasformato l’Italia in una barzelletta internazionale e ha impoverito gli italiani” (citazione del “Che 2″ Di Battista, anche lui ben lontano dallo splendore pre campagna elettorale).
Attenzione: stiamo parlando degli stessi che hanno passato tutti questi ultimi mesi a strepitare contro le “invasioni di campo” degli altri, quelli che “agli italiani ci pensiamo a noi e gli altri pensino ai loro”.
Solo per fare un esempio, Salvini il 22 maggio scriveva sulla sua bacheca Facebook: “Proseguono le invasioni di campo – scriveva il ministro – Dopo francesi e tedeschi, oggi è il turno del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn. Confermo: all’estero siano sereni, agli italiani ci pensiamo noi”.
Oppure l’altro vice premier, Luigi Di Maio, che sempre lo scorso maggio disse oltremodo arrabbiato in un video (sempre su Facebook, ovvio, che ormai è l’unico luogo dove si svolgono davvero i Consigli dei ministri): “Abbiamo attacchi continui, anche oggi da qualche eurocrate non eletto da nessuno. Il Financial Times parla di nuovi barbari, ma come vi permettete?”.
E continuò: “Io più vedo questi attacchi, più sono motivato, perché vedo tanta paura del cambiamento da parte di un certo establishment. Ma chi ha paura del cambiamento oggi è nostro nemico, chi lo vuole invece lotti con noi”.
Attenzione, tanto per rinfrescarci la memoria: questi sono gli stessi che ci spiegarono (un p0′ grossolanamente) che anche il presidente della Repubblica non doveva fare interventi politici.
Il presidente della Repubblica, capite? Doveva solo occuparsi di innaffiare i fiori del Quirinale e tenere in caldo il buffet in caso di visita di qualche componente del governo.
Insomma, la situazione è chiara, o almeno sembrava limpida: qua facciamo tutto noi, voi fatevi gli affari vostri, siamo sovranisti e quindi pretendiamo il diritto di decidere il prezzo delle gallette al cioccolato, stiamo in Europa solo per prepararci ad annetterci alla libera Repubblica di Macondo e in cambio noi non ci occuperemo di voi.
Sembrava così, no? E invece. E invece Luigi Di Maio (insieme ad Alessandro Di Battista che ormai deve essere un optional dell’auto del ministro) ha incontrato Christophe Chalencon, uno dei referenti dei gilet gialli.
E chi è Christophe Chalencon? Presto detto: 52 anni, fabbro di professione, aveva dichiarato di comprendere la collera di quei suoi compagni che avevano minacciato di morte il ministro Edouard Philippe (tra l’altro poco prima di incontrarlo a Palazzo Matignon, pensa il tempismo).
Il 3 dicembre ha detto, testualmente, “io vedrei bene il generale de Villiers (licenziato da Macron nel 2017, dopo aver contestato il presidente francese, ndr) a capo del governo”.
Il 23 dicembre 2018 (anche lui sempre sul suo profilo Facebook) aveva scritto: “La guerra civile è inevitabile”. Auguri anche a lei e famiglia. Di Maio e Di Battista sono andati tutti fieri da questo qui (che tra l’altro, raccontano i cronisti del posto, non gli ha dato nemmeno troppa corda).
Ora voi immaginate di avere un’attività. Un negozio di salumi e formaggi. E all’improvviso un gruppo di ragazzetti viene a sfasciarvi allegramente il negozio e vi augura la morte. Il giorno dopo il fiorista, il negoziante che sta vicino a voi sulla via, si fotografa e si complimenta con i ragazzetti devastatori. Voi ovviamente ve la prendete e lui vi dice “ma dai, ma come sei suscettibile!”.
Eccoli, i sovranisti con il culo degli altri.