«Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io», avrà pensato Mario Draghi quando ha saputo del gioco al logoramento che stanno avviando i partiti della maggioranza che ufficialmente lo sostengono a spada tratta. E stavolta Salvini non c’entra.
A Palazzo Chigi i sospetti si concentrano sul Pd di Enrico Letta dal quale sarebbe partito l’ordine di «complicare» la vita al premier, cominciando dalla legge di bilancio, per fare in modo che non sia l’unico candidato per il Quirinale. E le occasioni non mancano di certo: finora sono stati centrati soltanto 13 dei 51 obiettivi del Pnrr da raggiungere entro dicembre e sul cui successo Draghi si gioca la chance di ascendere al Colle.
Con una postilla, come sa chi conosce bene l’ambiente governativo: «Draghi governerà finché potrà farlo portando avanti con efficacia il programma alla base del suo governo di emergenza nazionale. Se qualcuno si sfilasse o l’agenda venisse continuamente frenata, l’esperienza di questo esecutivo sarebbe finita e non avrebbe problemi a ritirarsi a vita privata».