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    Cosa pensano gli elettori M5S di Draghi? Il sondaggio che spaventa Grillo e Di Maio

    Secondo un sondaggio condotto da EuroMediaResearch la fiducia che i pentastellati ripongono nel premier incaricato è più bassa rispetto alla media nazionale, che si attesta al 64 per cento

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 11 Feb. 2021 alle 13:25 Aggiornato il 11 Feb. 2021 alle 13:56

    Sondaggio: la fiducia degli italiani in Mario Draghi

    Secondo un sondaggio condotto da EuroMedia Research per il quotidiano La Stampa la fiducia che gli italiani ripongono in Mario Draghi è già molto alta, pari cioè al 64 per cento: si tratta di sei italiani su dieci. Eppure un’analisi più approfondita dei dati rivela che l’indice varia a seconda dei partiti, e che la fiducia che gli elettori del M5S ripongono nel premier incaricato è più bassa rispetto alla media nazionale.

    La fiducia degli elettori del M5S in Draghi è più bassa rispetto alla media nazionale

    Se per gli elettori di quasi tutte le forze politiche, infatti, la fiducia in Mario Draghi supera il 60 per cento (si passa dal 60,5 della Lega al 95,5 di Italia Viva) per i grillini si ferma al 44,9 per cento, 18 punti in meno della media nazionale, 20 in meno degli elettori di Fratelli d’Italia, l’unico partito che resterà all’opposizione ma con il 66 per cento di elettori che crede in Draghi.

    Fonte: EuromediaResearch/La Stampa

    La percentuale più bassa di fiducia rispetto alla media nazionale tra gli elettori del M5S  riflette la spaccatura interna al Movimento, con Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte favorevoli al governo di larghe intese guidato da Draghi e Alessandro Di Battista contrario alla leadership dell’economista.

    La spaccatura nel M5S e il voto di oggi su Rousseau

    Dopo l’appello alla responsabilità lanciato da Giuseppe Conte e il blitz del garante M5S a Roma quasi tutti i vertici del partito, all’inizio diffidenti, hanno cambiato posizione su Draghi, e già in seguito al primo giro di consultazioni il capo politico Vito Crimi ha dato la sua disponibilità ad appoggiare l’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce. Ma Alessandro Di Battista resta sul piede di guerra, e nei militanti della sua area permane il timore che Draghi opti per politiche di austerity. Ma è in queste ore che si vedrà qual è stato l’impatto di questa spaccatura negli elettori.

    Leggi anche: Perché bisogna dire no a Draghi (di Alessandro Di Battista)

    I risultati del sondaggio arrivano infatti in un giorno cruciale: oggi gli iscritti del M5S decideranno se dare il proprio via libera al futuro esecutivo votando sulla Piattaforma Rousseau. Nonostante le perplessità di molti elettori, però, l’annuncio dell’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica (che sarebbe stata suggerita da Beppe Grillo a Draghi), dovrebbe aver placato gli animi di alcuni militanti, e la consultazione virtuale potrebbe concludersi con un Sì.

    Fiducia in Mario Draghi: il confronto con Giuseppe Conte

    La fiducia che gli italiani ripongono (in media) in Mario Draghi supera quella che dichiaravano di avere in Giuseppe Conte, che nei sondaggi di novembre 2020 si aggirava intorno al 42 per cento. Nello stesso periodo invece la fiducia nell’ex governatore della Banca d’Italia, spesso chiamato in causa nei momenti di crisi, si attestava tra il 37 e il 38 per cento. Ma con il montare della crisi i cittadini hanno avuto l’impressione che l’esecutivo dimissionario stesse “navigando a vista” – come spiega l’esperta di sondaggi Alessandra Ghisleri su La Stampa – e hanno recepito il messaggio del Capo dello Stato di affidarsi a un governo di alto profilo per risollevare il Paese.

    Il confronto con Mario Monti

    Un altro elemento che Ghisleri mette in evidenza è che, prima del giuramento, la fiducia in un nuovo governo è sempre più alta di quella che poi si registrerà nei mesi successivi. La sondaggista fa notare che Mario Monti al suo esordio nel novembre 2011 registrava un 66,8 per cento di indice di fiducia, che nel mese di febbraio 2012 era già sceso al 54,5 per cento e il 20 luglio al 38,7 per cento. Tuttavia oggi, a domanda diretta, ben il 62,1 per cento non trova ragione in questo paragone fra i due. Ancora una volta sono i grillini i più diffidenti: il 43 per cento di elettori pentastellati associa Draghi a Monti, solo il 13 per cento dei renziani fa lo stesso.

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