Mentre il ministro dell’interno Matteo Salvini si concentra per dettare l’agenda dei media forse vale la pena andare a disotterrare le notizie che non vorrebbe ascoltare, tanto per fare un po’ di chiarezza e per ripristinare i fatti. Perché sono i fatti che formano il giudizio sull’etica politica, mica le propagande.
Il sito americano Buzzfeed, lo stesso che aveva pubblicato il controverso audio della serata del 18 ottobre all’Hotel Metropol di Mosca in cui Savoini chiedeva soldi ai russi per la campagna elettorale della Lega, ha scoperto che Gianluca Savoini (l’uomo che Salvini ha dichiarato di non conoscere per poi ammettere che sono amici da 25 anni) si è recato 14 volte in Russia nel 2018 e per ben tre volte nelle tre settimane precedenti all’incontro.
Qualcosa di più quindi di un semplice pour parler capitato per caso, come vorrebbe convincerci il leader della Lega. Sempre secondo il sito statunitense insieme a Savoini nel suo viaggio a Mosca per l’incontro al Metropol ci sarebbe stato anche Claudio D’Amico, il consigliere strategico di Salvini per gli affari internazionali.
Tra le tante stranezze dei loro spostamenti c’è anche il fatto che tutti i viaggi compiuti negli ultimi cinque anni non compaiano nel Database centrale per le registrazione degli stranieri su cui la Russia registra tutti i non residenti in entrata nello Stato.
Per legge, infatti, tutti gli stranieri in transito in Russia devono comunicare gli estremi del passaporto, del visto e addirittura l’ora di atterraggio e l’ora di uscita con tutti i dati del volo: nulla di tutto questo compare invece per quanto riguarda gli spostamenti del presidente dell’Associazione culturale Lombardia-Russia.
A questo si aggiunge anche il silenzio di Salvini sugli incontro che non compaiono nella sua agenda istituzionale e che riguardano la giornata del 17 ottobre (il giorno precedente al famoso incontro all’Hotel Metropol): il trucco del ministro dell’Interno è quello di convincerci che ci debba bastare l’inchiesta della magistratura e che un politico con il suo incarico non abbia invece il dovere di dare spiegazioni sui suoi comportamenti.
Così mentre si discute sul niente, continua a regnare il silenzio sulla vicenda della Russia e dei rubli sovranisti, come se fosse un dettaglio, una bagattella su cui non metterci nemmeno testa, una notizia da lasciare ai giornaletti scandalistici. E questo ministro, si badi bene, è quello che dovrebbe organizzare e vigilare sulle prossime elezioni. Fate voi.
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