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    Siria, Boldrini (Pd) a TPI: “Linea dura, non cedere a ricatto turco”

    Laura Boldrini, ex presidente della Camera e oggi deputata del Pd, commenta ai microfoni di TPI la posizione italiana sul fronte turco in tema di export armi annunciata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 15 Ott. 2019 alle 16:16 Aggiornato il 18 Nov. 2019 alle 19:03

    Siria, Boldrini (Pd) a TPI: “Linea dura, non cedere a ricatto turco”

    “Apprezzo che Di Maio stia avviando un’istruttoria non solo per i contratti futuri, ma anche per i contratti tuttora in vigore con la Turchia, penso che siamo tra i primi paesi a fare questo. Dobbiamo dare un segnale chiaro e forte perché la Turchia ha fatto un’azione unilaterale invadendo un territorio di un altro stato, senza aver ricevuto alcuna minaccia”.

    Laura Boldrini, ex presidente della Camera e oggi deputata del Pd, commenta ai microfoni di TPI la posizione italiana sul fronte turco in tema di export armi annunciata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio.

    Oltre alla sospensione delle esportazioni future di armi alla Turchia, Di Maio ha annunciato una risposta anche sulla possibilità di valutare un’istruttoria sui  “contratti in essere” con Ankara.

    Non si è invece espresso sul contingente Nato e il sistema missilistico che l’Italia ha schierato in Turchia nell’ambito dell’operazione “Active Fence” per difendere la Turchia dagli “eventuali lanci di missili dalla Siria”.

    “Il popolo curdo è stato in prima linea per combattere contro l’Isis. Se noi oggi possiamo vivere più serenamente nelle nostre città europee, lo dobbiamo al fatto che qualcuno ha combattuto, che tante persone sono morte per dare più sicurezza all’unità internazionale. Il gioco cinico de presidente Trump, mette l’intera comunità internazionale in pericolo. C’è anche una missione Nato italiana, la Active Fence, che dovrebbe terminare a dicembre. Sarebbe un segnale positivo se noi ritirassimo il nostro personale prima della scadenza naturale”, ha detto l’ex presidente.
    Questi i punti critici per l’Italia. Ora Di Maio ha annunciato lo stop delle forniture future di armi alla Turchia e l’avvio di un’istruttoria sulle forniture già in essere. È abbastanza?

    Il ministro ha detto chiaramente in Aula che sta avviando un’istruttoria per fermare dove possibile anche le forniture dovute ai contratti in essere. Mi sembra una precisazione molto importante. Nel mio intervento ho chiesto questo e ho preso atto della misura annunciata dal ministro, mi auguro che vada fino in fondo.

    Cosa pensa dell’azione europea. Si è parlato di un’Europa irriconoscente nei confronti del popolo curdo.

    Credo si stia sottovalutando il prezzo che ha pagato il popolo curdo, specialmente nell’arginare e sconfiggere Daesh. Loro sono stati l’avanguardia di questa battaglia e ci sono stati migliaia di morti. Non si può abbandonare chi per noi ha fatto tanto.

    Nel suo intervento ha ricordato anche Hvrin Khafal, l’attivista uccisa pochi giorni fa.

    Una morte violenta, a soli 35 anni, una donna riconosciuta per il grande talento, spesso presente nei tavoli negoziali. Una persona che aveva sviluppato una capacità politica, era la leader di un partito politico. È stata brutalmente uccisa in un’imboscata e non si sono nemmeno limitati a questo. Hanno voluto umiliarla attraverso lo stupro. Una cosa immonda.

    Cosa pensa dell’intervento di Putin?

    Putin ci ha abituati a capire che lui non fa niente per niente. Qualsiasi sua azione, o anche l’autorizzazione che lui eventualmente concede agli alleati, ha sempre un tornaconto. In questo caso è l’affermazione del suo ruolo di influenza della regione. Ancora una volta ha dimostrato di avere mano libera, di essere quello che può arginare una totale destabilizzazione dell’intera regione.

    Deputata Boldrini, sulla Siria c’è poi il ricatto turco che minaccia la “liberazione” dei profughi siriani verso il continente europeo. Quale dovrebbe essere la linea dell’Italia?

    La linea dovrebbe essere di fermezza, non si cede ai ricatti. E bisogna portare gli stati membri dell’Unione europea verso questa direzione. Il fatto di essere riusciti a stilare un documento all’unanimità è già un passo in avanti. Ma spero sia solo l’inizio e che al Consiglio del 17 e del 18 si riesca a trovare un accordo anche su altri punti.

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