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    Caso Siri, M5s: “Salvini tiri fuori le palle per farlo dimettere”

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 5 Mag. 2019 alle 13:18 Aggiornato il 5 Mag. 2019 alle 14:55

    Il caso Siri continua a dividere gli alleati di Governo dopo le dichiarazioni del premier Conte sulle dimissioni del sottosegretario leghista accusato di corruzione.

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    “Sulla questione morale il M5S non fa passi indietro e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere”. Questo il messaggio pubblicato sul blog delle Stelle nella mattina di domenica 5 maggio.

    “Salvini dovrebbe mostrare più coraggio e maggiore coerenza visto che in occasione delle dimissioni della sottosegretaria ai Trasporti Simona Vicari, perché indagata per concorso in corruzione, diceva: ‘Le dimissioni del sottosegretario non mi soddisfano. Non basta chiedere scusa e dimettersi'”

    Il caso Siri: un riassunto di quello che è successo dopo che il sottosegretario leghista è stato indagato per corruzione

    Dopo settimane di botta e risposta tra Lega e M5s sulle dimissioni del sottosegretario Siri, la palla è passata al premier Conte che il 2 maggio ha rotto il silenzio e indetto una conferenza stampa per comunicare la sua decisione sul caso.

    “Mi assumo la responsabilità politica di chiedere nel prossimo consiglio dei ministri di mettere all’ordine del giorno la revoca delle deleghe al sottosegretario Armando Siri”, ha detto il presidente del consiglio Conte.

    Una decisione che non ha placato i dissidi interni alla maggioranza, scatenando anzi la reazione del vicepremier Salvini, che secondo alcune indiscrezioni aveva detto ai suoi di non avere “più fiducia” nel premier.  “Si sta comportando come un carnefice”.

    Un commento che era stato smentito poche ore dopo: “Mi fido ancora di Conte, noi andiamo avanti”.

    Fermo invece il vicepremier grillino Luigi Di Maio, che non ha mai smesso di chiedere le dimissioni del sottosegretario.

    “Siri deve dimettersi. La Lega vuole fare cadere il governo per salvare la poltrona di un indagato per corruzione”.

    Il caso Siri

    Il 18 aprile 2019 il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti e senatore della Lega Armando Siri è stato iscritto al registro degli indagati dalla Procura di Roma per il reato di corruzione.

    Secondo la procura, Siri avrebbe ricevuto una mazzetta da circa 30mila euro per modificare la norma sulle energie rinnovabili da inserire nel Def 2019.

    A fare da tramite, l’ex deputato di Forza Italia e responsabile del programma della Lega sull’Ambiente, Paolo Arata, indagato per concorso in corruzione.

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