Fibrillazioni nella giunta regionale siciliana di Nello Musumeci dopo la scelta dei grandi elettori (delegati) del Capo dello Stato. Per la Sicilia sono stati nominati Gianfranco Miccichè (Forza Italia), Nunzio Di Paola (M5s) e lo stesso Musumeci (Db).
Il più votato è stato Miccichè, con 44 preferenze; a seguire Nunzio Di Paola, con 32. Il governatore è giunto solo terzo, con 29 voti: Musumeci è stato “tradito” da alcuni franchi tiratori della maggioranza e la loro tattica non sarà priva di conseguenze.
Dopo lo strappo il presidente della Regione ha infatti annunciato: “Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno. Parlerò con i rappresentanti dei partiti, chiederò di darmi una rosa di assessori, alcuni saranno confermati”.
A chi aveva paventato le sue dimissioni Musumeci risponde in una diretta Facebook che “ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti”.
E poi ancora: “Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico. Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste”.