In ordine sparso, Vittorio Sgarbi è Sottosegretario alla Cultura, sindaco di Sutri, assessore alla Cultura di Viterbo, commissario per le Arti di Codogno, prosindaco di Urbino, presidente della Fondazione Ferrara arte, del Mart di Trento, del Mag di Riva del Garda e della Gypsotheca del Canova.
E di recente, anche consigliere regionale in Lombardia. Il tutto mentre sta per partire in tour per uno spettacolo su Caravaggio. Nessuna delle cariche che ricopre confligge con l’altra, eccezion fatta per il ruolo di governo e quello al Pirellone: ciononostante, al momento non sembra intenzionato a lasciare la sua posizione in Regione.
“Che io mi dimetta è tutto da vedere – dice al Corriere della Sera – quelli sono voti conquistati da me”. Sono 873 preferenze raccolte dalla sua lista “Rinascimento” alleata con “Noi Moderati” di Maurizio Lupi: abbastanza per assicurargli una poltrona in consiglio.
“Lei ha giornate di 48 ore?”, gli domandano, e lui replica: “È una continua sovrapposizione di telefonate e incontri, molti importanti e talvolta casuali. Oggi mi sono occupato di un problema per un albergo a Napoli, poi di un quadro degli Uffizi, beghe con le sovrintendenze e ho risposto ad almeno 50 telefonate”.
A Sutri invece afferma di aver “sostituito il ruolo di sindaco con quello di patrono” perché quando arriva “preparano un catafalco, faccio una processione di incontri e poi fanno anche i fuochi d’artificio”.
A Repubblica aggiunge: “Devo ammettere che fare il sottosegretario è abbastanza totalizzante. Ma in un piccolo comune lavori martedì pomeriggio, mercoledì pomeriggio e giovedì mattina. Insomma si può fare”.
Con tutti questi incarichi però dichiara di non essersi arricchito: “Più ne hai e meno soldi prendi. Tutte le presidenze degli enti culturali sono a titolo gratuito. La mia spending review è ‘fare tanto, prendendo meno’. I parlamentari non fanno granché e, a parte quei due giorni la settimana in Aula, potrebbero rendersi utili in altri ruoli”.
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