All’indomani delle dimissioni presentate dalle ministre di Italia Viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e dal sottosegretario Ivan Scalfarotto, i renziani registrano le prime defezioni: si tratta del senatore socialista Riccardo Nencini e del segretario del Partito socialista italiano Enzo Maraio (qui tutte le ultime notizie sulla crisi di governo).
Nencini è un senatore, quindi il suo voto può essere molto importante per la maggioranza a Palazzo Madama, ed è inoltre colui che ha “prestato” il simbolo a Italia Viva, consentendo a Renzi di avere un gruppo autonomo al Senato (che appunto si chiama Psi-Italia Viva).
Il nuovo regolamento di Palazzo Madama, infatti, vieta la costituzione nel corso delle legislatura di gruppi che non si siano presentati alle politiche. Ora quindi, se Nencini dovesse concedere la possibilità di formare un gruppo autonomo agli altri “costruttori” pronti a sostenere il governo, Renzi potrebbe essere costretto a spostarsi nel gruppo misto. Ma non è detto che Nencini intenda compiere anche questo passo, potrebbe limitarsi a votare in dissenso dal gruppo a sostegno del governo.
Nencini e Maraio restano con Conte: la nota congiunta
“Chi ha maggiori responsabilità è chiamato ad esercitarle fuoriuscendo dalla logica dei duellanti e tenendo fermo il richiamo del Presidente della Repubblica”, si legge nel testo, riportato . “Noi siamo tra i costruttori. Avessimo un centrodestra a trazione berlusconiana, l’ideale sarebbe un esecutivo di rinascita da oggi a fine legislatura. Gettare le fondamenta della nuova Italia, come avvenne tra il 1944 e il 1947, per affidarsi poi alla sfida elettorale. Non è così, non con Salvini e Meloni che inneggiano a Trump e ritengono l’Europa un pericoloso accidente”.
“Non è questo il tempo per avventurarsi in una terra incognita”, prosegue la nota. “Non con una pandemia che ha mietuto 80.000 vite, non con il comparto produttivo alle corde, non con la disoccupazione che cresce, non con le scuole chiuse. I socialisti voteranno la prossima settimana lo scostamento di bilancio per consentire nuovi ristori ad ampi settori dell’economia falcidiati dalla pandemia”.
“È inutile nascondersi”, concludono i socialisti, “la crisi di governo c’è e va affrontata con decisione e senza mettere tempo in mezzo. Sono queste le ore dei costruttori. La strada maestra è mettere al centro il Parlamento e salire al Quirinale utilizzando questa manciata di ore per verificare se esistano le condizioni per formare una maggioranza organica entro un quadro politico certo. Senza immaginare soluzioni di fortuna affidate a un drappello di singoli coinvolti uno a uno, senza farsi illusioni sul coinvolgimento della destra radicale, puntando con determinazione a ricomporre un quadro politico sfilacciato”.
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