Sea Watch Salvini Olanda – La nave Sea Watch 3 dopo 11 giorni è ancora ferma al largo delle coste di Lampedusa in attesa di un porto in cui sbarcare i 43 migranti ancora a bordo e soccorsi vicino alla Libia.
Oggi, 23 giugno, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha diffidato l’imbarcazione a entrare in acque italiane, ha scritto al suo omologo olandese.
“Ho scritto personalmente al mio collega ministro olandese: sono incredulo perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare. Riterremo il governo olandese, e l’Unione Europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà alle donne e agli uomini a bordo della SeaWatch”.
Il caso
Il 12 giugno la nave Sea Watch 3 ha soccorso 53 migranti al largo della Libia e si è diretta verso le coste italiane in cerca di un porto sicuro.
La mossa ha subito dato vita a uno scontro con il ministro dell’Interno Salvini, che ha firmato “il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane, come previsto dal Nuovo Decreto Sicurezza“.
La nave aveva poi virato verso Malta, ma ancora prima di raggiungerne le acque territoriali è tornata indietro al largo di Lampedusa.
Nei giorni seguenti è stato autorizzato solo lo sbarco di 10 migranti: 7 di loro necessitavano di cure mediche, mentre gli altri 3 erano accompagnatori. Gli altri invece sono rimasti a bordo della nave umanitaria.
Al centro del braccio di ferro tra Salvini e l’equipaggio si è inserita anche la Libia, che nei primi giorni aveva proposto alla Sea Watch 3 un porto sicuro sul loro territorio. Ipotesi respinta dalla Ong e anche dall’Ue: entrambe hanno ricordato come la situazione attuale nel paese nordafricano non permetta di considerare la Libia un luogo adatto ad accogliere migranti.
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