Riapertura scuole, la ministra Azzolina: “Non a maggio. Ecco le novità per settembre”
Non si torna ancora in classe: ad annunciarlo è la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista pubblicata oggi, venerdì 17 aprile, sul Corriere della Sera. “Ancora troppi rischi, non siamo la Germania: in classe non si torna”, dice la ministra, che aggiunge: “in pagella ci sarà anche il 5”. Sul rientro a scuola a maggio, “il Governo a giorni prenderà una decisione”, dice Azzolina ma con l’attuale situazione sanitaria “ogni giorno che passa allontana la possibilità di riaprire a maggio” perché questo “significherebbe far muovere ogni giorno oltre 8 milioni di studenti”. Anche la comunità scientifica invita alla cautela, quindi la scelta di posticipare il rientro delle classi a settembre sembra scontata.
Sull’ipotesi del rientro a scuola coi doppi turni, la ministra spiega: “Stiamo valutando tante soluzioni. Sono contraria all’idea di raddoppiare l’orario del personale scolastico. Smettiamo di pensare che un docente lavori solo 18, 24 o 25 ore alla settimana”. E aggiunge: “Se sarà necessaria la didattica a distanza, ci faremo trovare pronti. Oltre ai fondi già stanziati arriveranno presto altri 80 milioni”. Della riapertura delle scuole a settembre si occuperà un’apposita commissione. “Sarà guidata da Patrizio Bianchi”, dice. “Lavoriamo per la riapertura ma anche per la scuola che dovrà nascere da questa emergenza. Serve un grande progetto di innovazione”. E aggiunge che a settembre: “Dedicheremo le prime settimane al lavoro per chi è rimasto indietro o ha avuto insufficienze. Ma non abbiamo stabilito le date, lo faremo insieme alle Regioni”.
Quando alle valutazioni scolastiche, Azzolina precisa che “alla fine tutti avranno un voto. “Se lo studente merita 8 avrà 8, se merita 5 avrà 5”, spiega, ma in ogni caso “la didattica a distanza ci ha permesso di mettere in sicurezza l’anno che altrimenti sarebbe andato perso”. E le insufficienze? Lo studente “recupererà il prossimo anno con attività individualizzate”. Sulla maturità la ministra dice che un esame in presenza “sarebbe auspicabile”, ma “vedremo se si potrà”.
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