Reportage da Perugia
Giulia ha 20 anni e studia veterinaria, ed è una delle oltre 3mila “sardine” che sabato 23 novembre sono scese in piazza a Perugia per manifestare contro la cultura d’odio diffusa da Salvini e chiedere più cultura, diritti e istruzione.
Come altri manifestanti, non ha votato Lega alle scorse regionali in Umbria, ed è convinta che sia importante esserci nonostante il risultato delle elezioni del 27 ottobre, in cui Donatella Tesei ha trionfato con il 57 per cento di preferenze dopo 50 anni di sinistra al governo.
“È importante che noi giovani diciamo la nostra, facciamo capire che c’è un’altra ideologia, aldilà delle elezioni”, dice a TPI mentre maneggia disinvolta una sardina di cartone.
È in cerca di un’alternativa, e vorrebbe che qualcuno promuovesse i valori in cui crede: cultura, studio, istruzione, rispetto del diverso, accoglienza.
Nel frattempo, a pochi chilometri dal centro di Perugia, alla “città della domenica”, Salvini ringrazia i cittadini che hanno votato la candidata di centro destra nell’evento di presentazione della giunta di Tesei, eletta con il 30 per cento di voti Lega.
Dal palco, Salvini fa battute sulle sardine che vorrebbe “mangiare con i pescatori al lago Trasimeno” e dice a TPI che non è interessato a incontrarle, come aveva dichiarato, perché impegnato con i suoi elettori.
Eppure le scimmiotta.
“State vicino ai vostri politici”, urla ai militanti indicando la giunta di assessori che lo circonda sul palco. È la stessa frase pronunciata da Mattia Santori, l’ideatore delle sardine, il 14 novembre in piazza Maggiore, quando aveva incitato la folla dei 15mila a fare qualcosa per avvicinarsi alla politica e non permettere alla Lega di vincere.
In Umbria la Lega ha già vinto, ma la sua avanzata non ha trovato rivali di piazza perché chi avrebbe voluto protestare si sentiva solo.
“Al momento il fenomeno Salvini è un fenomeno che va di moda, a volte è difficile andare contro corrente e trovare persone che la pensano come te, che si aggreghino per fare questo, e sono contenta che finalmente siano nate le sardine, per far sentire la nostra voce”, confessa Francesca mentre imbraccia un cartello con scritto “Io non mi lego all’odio del diverso” nel centro storico a margine della manifestazione.
Accanto a lei, Giulia di Ferrara, che orgogliosa mostra la scritta: “Liliana la tua scorta siamo noi”.
“Trovo vergognoso quello che è successo a Segre: avere una scorta dopo quello che ha già vissuto è inconcepibile, lo stato avrebbe dovuto tutelarla già da prima. E questo è il risultato dell’ondata di odio anti semita e razzista promosso dai movimenti che conosciamo. Sono qui per lei e per tutti noi”, dichiara commossa.
Come le altre sardine che si moltiplicano in tutta Italia, anche quelle di Perugia chiedono cultura, rispetto reciproco, una politica in cui rispecchiarsi. E vogliono dire che la Lega non le rappresenta.
“Non credo che il risultato delle regionali sia rapportabile a tutta la regione. Qui in Umbria c’è rispetto nei confronti delle persone diverse, questa è una regione in cui deve essere promosso il dialogo e la tolleranza”, dice Giacomo, di 26 anni.
Al collo indossa un cartello che recita: “Io sono una sardina, e tu?”.
Tra i partecipanti ci sono anche quei cittadini stranieri che Perugia ha accolto negli anni, tra cui Stephanie, californiana di origine e italiana di adozione. È in piazza perché crede nello spirito di accoglienza di cui lei stessa ha beneficiato, 45 anni fa.
“Moralmente ho voluto partecipare perché credo nei diritti, credo nell’ospitare lo straniero, aprirsi alle novità, e mostrare questo odio non può fare bene qui, come negli Stati Uniti. Dove il presidente fa tutto diversamente da quello che credono le altre persone”, dichiara.
E si domanda: “Chi non vuole lottare per questo? Solo i matti”.
Nella lotta spuntano anche i più anziani, che appartengono a una sinistra che non c’è più, si sentono impotenti ma responsabili soprattutto nei confronti dei più giovani, e per questo hanno accolto in modo positivo l’evento delle sardine.
Matilde ha 72 anni, è un’insegnante in pensione e si occupa da 14 anni di un’associazione (punto Arlecchino) che promuove l’intercultura nella scuola e nel territorio. Un cerchietto con due sardine blu le incornicia il viso.
“Quest’energia è partita da Bologna e ci ha coinvolto, e adesso non possiamo farne a meno. Siamo in una situazione pesante in Umbria e speriamo che questa energia produca qualcosa”, dice preoccupata.
Non ha votato Lega, ma appartiene “alla sinistra che viene da lontano”.
“Questa giornata ci aiuta a riprendere energia mentre abbiamo un’amministrazione comunale e regionale di destra. La sinistra ha tante responsabilità, ma ora la situazione è questa”, ammette.
Per gli abitanti di Perugia scontenti della vittoria della Lega e in cerca di rappresentanza, l’unico modo per resistere all’amministrazione di destra, per ora, è quella di unirsi al movimento delle sardine.
L’evento di piazza ha dato loro la possibilità di “esplodere” nel mare della protesta, proprio come pesci liberati da un acquario, e dire tutti insieme quello che tenevano dentro da sempre, ma che non riuscivano a esprimere. Perché non sapevano che forma dare al dissenso.