La nomina “non la posso fare e il motivo tu lo conosci. E poi comunque non mi va di parlare al telefono”. “Perché il mio telefono in questo momento… Allora facciamo una cosa, io mi compero un altro telefonino domani, ti darò il numero e potremo scriverci”.
È la sera del 3 settembre 2024. A parlare è Gennaro Sangiuliano, in quel momento ancora in carica come ministro della Cultura. Dall’altra parte del telefono c’è Maria Rosaria Boccia, l’imprenditrice 41enne di Pompei che il ministro aveva deciso di nominare sua consigliera per i grandi eventi, salvo poi revocare l’incarico.
Boccia è ora indagata dalla Procura di Roma per minaccia ad appartenente a corpo politico e lesioni aggravate dopo la denuncia presentata dallo stesso Sangiuliano.
A pubblicare alcuni estratti della loro conversazione – oggi, venerdì 4 ottobre – è Il Fatto Quotidiano, che ieri aveva rivelato un altro passaggio delicato di questa vicenda: gli scambi di messaggi tra Boccia, Sangiuliano e Alfonso Signorini, direttore del settimanale Chi, su alcuni servizi fotografici che avrebbero dimostrato la relazione tra il ministro e la donna.
La telefonata in questione avviene la sera prima della famigerata intervista rilasciata da Sangiuliano al Tg1, quella in cui l’allora ministro, in lacrime, chiese scusa a sua moglie, alla premier Giorgia Meloni e ai suoi collaboratori. Il 6 settembre, dopo un’intervista di Boccia al quotidiano La Stampa, Sangiuliano si dimetterà.
L’ex ministro ha sempre sostenuto di aver revocato la nomina della donna a causa di un potenziale conflitto d’interesse tra la sua attività di imprenditrice nel settore eventi e l’attività di consulenza che avrebbe dovuto svolgere per conto del Ministero. Eppure, come abbiamo visto, quando parla al telefono con Boccia, Sangiuliano dice di non voler parlare dei motivi per cui la nomina non è andata in porto.
“Le ho spiegato che non potevo nominare una persona che diceva di essere incinta di me“, dice ora l’ex ministro, interpellato sul punto dal Fatto Quotidiano.
Intanto, nelle ultime ore anche Boccia è tornata a parlare della questione in un paio di interviste rilasciate al quotidiano Il Centro e al programma tv PiazzaPulita. In entrambi i casi la donna si ha detto di sapere il motivo per cui la sua nomina è stata stracciata ma ha preferito non rivelarlo. “Il problema è se questa azione la compie chi non fa parte del governo”, ha chiosato la 41enne su La7.
Boccia sostiene di aver “firmato il contratto (per la nomina, ndr), come lo ha fatto il capo di gabinetto, il 7 agosto”. Poi però procedura si blocca: “Io – dice la 41enne – intuisco il 16 agosto perché vengo rimossa dalle chat del Ministero. Io mi attivo per fare le famose telefonate e registrare quella che è agli atti, dove si evince che invece la nomina c’era”.
“Ero in vivavoce con il ministro – riferisce Boccia a PiazzaPulita – mentre lui parlava con la moglie” quando quest’ultima “chiese di strappare la nomina”. “Ascoltai quella telefonata perché mi sembrava surreale ciò che stava accadendo: una conversazione tra due estranei”, aggiunge.
“Mi ha ferito il fatto che mi abbiano dato della millantatrice grazie alla poca chiarezza del Ministero”, prosegue, sottolineando di sentirsi “tradita”.
Nel corso dell’intervista con Corrado Formigli, Boccia rivela anche: “Il ministro Sangiuliano mi faceva leggere e mi inoltrava i messaggi che riceveva e inviava ad altri politici, ministri…” Anche della premier Meloni? “Di tante persone che fanno parte del governo, a volte per fare prima mi girava direttamente gli screenshot . È tutto nei telefoni che mi hanno sequestrato. Capitava anche che tenessi io il suo telefono e rispondessi per lui quando non poteva”.
“Quando Sangiuliano parla di relazione affettiva, bisognerebbe chiederne conto a lui”, dice la donna. “Io non sono l’autrice di quelle frasi e anzi dovrei denunciare io lui per violazione della privacy. Parla di relazione tossica, ma dalle foto e video si capisce che non era così”.
Oltre al reato di minaccia ad appartenente a corpo politico, la donna è indagata anche per lesioni aggravate per una ferita provocata in testa all’allora ministro durante una litigata: “Chiarirò nelle sedi opportune”, risponde Boccia, “non parlo della mia vita privata e non parlo di sentimenti con lui finché c’è una indagine aperta».