Chi reitera “comportamenti imprudenti” al volante dovrebbe essere punito con la revoca a vita della patente: a dirlo è il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che propone misure più severe rispetto alla sospensione del documento di guida.
“Non basta – ha dichiarato – per quello che mi riguarda, tu la patente non la vedi più perché errare è umano ma perseverare, in questi casi, è mortale”. Nel 2022, ha ricordato il leader leghista, sono morte 3.120 persone in incidenti stradali, molti avvenuti nel fine settimana: “Una quota di imprudenza c’è, la maggioranza però è dovuta alla distrazione, spesso legata all’uso del telefonino mentre si guida”.
Già in passato Salvini aveva ipotizzato la revoca a vita della patente “nei casi più gravi” di infrazioni stradali. Citò ad esempio “chi guida ubriaco marcio o drogato”, definendoli “potenziali assassini”. “Se non la revoca a vita – disse lo scorso dicembre – almeno la sospensione per 10 anni del diritto di guidare penso che sia sacrosanto”. Annunciati anche interventi sul sistema di punti: “Stando alle statistiche di qualche anno fa gli italiani erano corretti alla guida, perché il 98% ha più di 20 punti. Fra gli zero e nove punti ci sono ‘solo’ lo 0,24%, che sono 100 mila persone. Questo ci deve far riflettere”.