Salvini parla del ragazzo del citofono e rivela: “I mafiosi? Gli sto sulle palle”
Matteo Salvini è tornato a parlare del ragazzo del citofono, rispondendo anche a chi lo ha criticato per non aver utilizzato lo stesso metodo con i mafiosi.
Intervenuto alla trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus, il leader della Lega ha nuovamente affrontato l’argomento dell’ormai nota citofonata al quartiere Pilastro di Bologna.
“Il ragazzo dice di non essere uno spacciatore? Difficile trovare un rapinatore che confessi di essere un rapinatore. I residenti del quartieri non hanno dubbi, hanno certezze” ha affermato Salvini.
“Per me che sono stato a San Patrignano a parlare con ragazzine di 15 anni che si facevano di eroina, gridare che la lotta alla droga debba essere un obiettivo primario della politica è mio dovere. Che poi uno spacciatore sia tunisino, italiano o finlandese non è importante”.
“Se c’è una mamma coraggio che ha perso un figlio per droga che ti chiama e ti chiede di dargli una mano a segnalare lo spaccio, io ci sono sempre – continua l’ex ministro dell’Interno – Poi Polizia e Carabinieri faranno il loro lavoro. Però era giusto squarciare il silenzio che purtroppo c’è in tanti quartieri italiani”.
E a coloro che lo hanno criticato per quel gesto, affermando di non avere il coraggio di citofonare ai mafiosi, Salvini risponde: “Sono andato a bermi un caffè con Nicola Gratteri che è uno dei principali nemici delle mafie, che si batte ogni giorno contro la ‘ndrangheta. Ricordo poi che la villa ai Casamonica con la ruspa l’ho abbattuta io, non Fabio Volo o Fabio Fazio. E a Corleone il commissariato di Polizia confiscato alla mafia l’ho inaugurato io. Se c’è qualcuno a cui sto sulle palle sono proprio mafiosi e camorristi”.