La prima vera notizia è che Salvini sa scrivere un libro. Anzi no, nemmeno questo. In effetti quello in uscita è un libro-intervista, una sorta di diretta Facebook senza Facebook e con la copertina e un povero correttore di bozze che si deve sbobinare il tutto.
Comunque sia sarà un bestseller, mica per niente la casa editrice di CasaPound ci si è fiondata sopra con il fiuto di chi sa bene che nell’autocelebrazione il vicepremier è un fanatico come il Matteo precedente, con una piccola differenza: che questo querela chiunque gli dia del fascista eppure fa tutto quello che fanno i fascisti e soprattutto lo fa con i fascisti.
Sono curioso di sapere quali prelibatezze ci consiglierà nei suoi numerosi menù che ha degustato a spese nostre mentre il Viminale rimaneva deserto per la sua campagna elettorale permanente e, sicuro, ampio spazio verrà dato ai radical chic di sinistra.
Non per altro: almeno quelli leggono.
Perché pensare alla politica di Salvini (condita con CasaPound) e alla forma letteraria di un libro è un po’ come immaginare Bersani presentarsi in tutù alla prossima seduta del Parlamento. Non c’azzecca niente, direbbe Di Pietro.
Ma l’operazione, in fondo ha un suo senso: serve a stringere ancora di più l’alleanza tra chi come CasaPound il fascismo lo celebra e se ne vanta e un ministro che, non potendolo fare troppo apertamente, gioca di sponda ritenendo evidentemente gli italiani una massa di cretini.
Non bastavano le giacche, non bastano le braccia alzate ai suoi comizi, non basta avere intenerito i duri cuori di chi ha nostalgia del Duce, ora Salvini potrà primeggiare sugli scaffali con un libro della stessa casa editrice, Altaforte edizioni, che pubblica successi internazionali come “Irregolari”, “Inferno Spa” dell’immancabile Francesca Totolo o “Identità sacra” e “Riprendersi tutto” con la bandiera di CasaPound in copertina. Roba forte, insomma.
Ciò che preoccupa di più però è che ora il ministro dell’inferno, già poco presente per le sue campagne elettorali, ora dovrà assentarsi anche per il tour del suo libro che, immagino, sarà anche l’occasione per consacrare l’amicizia con il partito nero e con i suoi adepti, tutti convinti che ci voglia un uomo forte e che Salvini, ma davvero, possa incarnare lo spirito di chi salva l’Italia.
Nonostante manchino 49 milioni di euro (chissà se ne parleranno nel libro?) E nonostante tutto il mondo si stia rendendo conto di come solo lui, a livello internazionale, possa gareggiare con Trump per le bugie cacciate una dopo l’altra come se fosse un esercizio abituale.
E chissà cosa faranno alle presentazioni: useranno il libro come ferma porte o per tagliarci salame. Il salame della Patria, ovviamente.
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