Salvini ferma l’offensiva: incontro con Draghi nei prossimi giorni
“Questo governo non tassa, non tocca le case degli italiani”. Dopo lo strappo di Matteo Salvini sulla riforma fiscale, Draghi ieri ha ribadito che la contestata riforma fiscale, e in particolare del catasto, non porterà a nuove tasse. “L’ho detto fin dall’inizio: questo governo non aumenta le tasse e la riforma del catasto non è una patrimoniale”, ha affermato Draghi durante una conferenza stampa al termine del vertice Ue-Balcani in Slovenia, dopo che martedì Salvini ha ritirato la delegazione leghista al consiglio dei ministri che ha approvato il testo della legge delega sulla riforma fiscale, una “cornice” per i provvedimenti che il governo dovrà adottare nei prossimi mesi. Una decisione arrivata a poche ore dalla batosta subita dalla Lega nelle grandi città alle ultime elezioni amministrative e già definita un “gesto serio” dallo stesso Draghi, il quale ha annunciato che chiederà spiegazioni sull’assenza dei ministri della Lega.
Chiarimento che arriverà domani o sabato in un incontro tra i due per superare lo scontro, il più acceso con un partito della maggioranza dall’insediamento del governo lo scorso febbraio. Nelle scorse ore Salvini aveva già ridimensionato le critiche alle decisioni dell’esecutivo, dirette in particolare alla parte della riforma che riguarda la riformulazione dei valori catastali, considerata un primo passo verso l’aumento della tassazione sugli immobili.
“Il sostegno della Lega al governo non è in discussione quando si tratta di tagliare le tasse”, ha tenuto a specificare Salvini, dicendosi poi “rassicurato” dalle parole di Draghi. Oltre alle garanzie, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la Lega avrebbe anche ottenuto l’esclusione delle concessioni balneari dai temi coperti dal prossimo provvedimento sulla concorrenza, un’altra delle misure promesse all’Unione Europea come parte del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), che dovrà essere discusso dal consiglio dei ministri entro fine mese.
I tempi accelerati con cui è stato discussa la riforma fiscale (la Lega afferma di aver avuto 20 minuti per leggere la bozza della delega), non saranno però un’eccezione. Secondo il Corriere della Sera, Draghi infatti intende tenere almeno due consigli dei ministri a settimana fino a fine anno per poter approvare in tempo anche le prossime riforme richieste dal Pnrr.
“L’azione del governo non può seguire il calendario elettorale”, ha dichiarato ieri Draghi, ribadendo che il governo procederà nell’esame delle riforme chieste dall’UE. “Dobbiamo seguire il calendario negoziato con la Commissione Ue per il Pnrr e questo è il calendario di riforme da seguire”.
Già per oggi è stato convocato il consiglio dei ministri di questa settimana, in cui il governo deve affrontare un altro tema su cui Salvini ha preso una posizione netta, quello della riapertura delle discoteche. “Una presa in giro senza senso scientifico sanitario, sociale ed economico”, ha dichiarato ieri l’ex ministro dell’Interno, contestando il via libera del comitato tecnico scientifico del ministero della Salute a una riapertura limitata al 35% di capienza.
Le prese di posizione di Salvini hanno generato malumori anche tra partiti alleati come Forza Italia, che ha respinto duramente l’accusa di aver aperto a un aumento delle tasse. Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha chiesto “un chiarimento all’interno del centrodestra, perché non è possibile procedere per strappi, con gli strappi si va a sbattere”, mentre la ministra per il Sud Mara Carfagna ha affermato che gli equilibri nel centrodestra sono “scossi” dalla contesa tra Salvini e la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
“Non avremmo mai approvato un inasprimento della pressione fiscale sulle case”, ha detto invece la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.
Dopo l’approvazione del consiglio dei ministri di martedì, il testo della legge delega sulla riforma fiscale, che prevede la riforma del catasto e la revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e di quella sui redditi delle società (Ires), oltre alla razionalizzazione dell’Imposta sul valore aggiunto (Iva), dovrà essere approvato da Camera e Senato. In seguito, il governo avrà 18 mesi di tempo per attuare la riforma emanando i decreti attuativi.
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