Quando Salvini pregava per dj Fabo e chiedeva che fosse garantita la libertà di scelta dei cittadini
C’è stato un tempo in cui Matteo Salvini sembrava essere favorevole alla libertà di autodeterminazione dell’individuo e a sancire il diritto a un fine vita dignitoso per chi, come Dj Fabo, desiderava porre fine alle proprie sofferenze. Era un Salvini decisamente differente da quello che invece oggi tuona contro la recente sentenza della Consulta sul caso di dj Fabo e dichiara di essere contrario al “suicidio di Stato imposto per legge“. Non sono passati nemmeno tre anni, ma la visione del leader della Lega appare diametralmente opposta rispetto a quella propugnata ora.
“Dolore, rispetto e una preghiera per la morte, e per la nuova vita, di Dj Fabo. Garantire la libera scelta di ogni cittadino, ma soprattutto assicurare una vita dignitosa a chi invece vuole continuare a combattere e ai suoi familiari: questo dovrebbe fare un Paese serio, cosa che oggi l’Italia non è”, scriveva su Facebook il segretario del Carroccio commentando la morte di Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo, il ragazzo cieco e tetraplegico che chiese a Marco Cappato di aiutarlo a ottenere il suicidio assistito in Svizzera.
Meno di tre anni fa, dunque, Salvini era favorevole alla libertà di autodeterminazione, a garantire a ogni individuo la possibilità di scegliere per il proprio fine vita e criticava la poca serietà dell’Italia in materia. Oggi, invece, intervenuta la svolta iper-cattolica che ha portato il leghista a tenere comizi baciando rosari e ad assumere posizioni oltremodo oltranziste, di quella vergogna per la mancanza di serietà dell’Italia non si trova più traccia nelle dichiarazioni di Salvini.