Il risultato del voto degli iscritti M5S sulle elezioni regionali è un segnale molto preoccupante per Di Maio. Lo dice chiaro e tondo anche il senatore Mario Giarrusso in questa intervista su TPI.
Un capo politico che decide di mettersi in pausa, che ha dimezzato i voti, che ha perso il contatto con i militanti e che ha perso il controllo dei gruppi parlamentari, esattamente sta lì a fare cosa?
Se questa sia la fine di Di Maio o del M5S, ce lo diranno le prossime mosse.
Poi c’è lo stupro di Colico: un italiano stupra insieme agli amici sua moglie, straniera, ed è accusato anche di violenza sulla figlia di lei. E tutti i giornali parlano di un ricco imprenditore, un noto professionista. E invece è un caso di femminicidio che rispetta a pieno le statistiche, al contrario di quello che continua a soffiare certa propaganda.
Le violenze avvengono quasi sempre in casa, e quasi sempre il violentatore è il marito o il compagno della donna. Quando a stuprare sono gli stranieri ci interessa la loro nazionalità e la loro faccia, e invece di questo professionista non sappiamo niente: nome, cognome, professione, niente.
Ma torniamo alla politica. La realtà è complessa: troppo per stare dentro i proclami di un tweet o di un clci. E una realtà complessa ha bisogno di una classe dirigente, anche politica, complessa. E per essere complessi bisogna essere terribilmente seri.
Avete notato come si traveste Salvini in questi giorni? Pullover con il collo alto con sopra la giacca per cercare di essere un rassicurante emiliano-romagnolo. Un uomo che si veste in base alle situazioni in cui si ritrova per propaganda elettorale, un uomo che si veste per prepararsi come un prodotto capace di farsi notare sullo scaffale, è un uomo che sotto il vestito non ha niente. Sotto il collo alto non c’è niente.