“Vi svelo perché Salvini ha deciso di aprire la crisi”: l’ex ministro Fontana spiega perché non si è trattato di uno sbaglio
In una lunga intervista al quotidiano Libero, l’ormai ex ministro leghista Lorenzo Fontana svela perché Salvini ha deciso di aprire la crisi di governo e togliere la spina al governo giallo-verde, mossa che tutti hanno definito un “autogol”.
“Salvini non è diventato matto. Chi lo accusa di aver sbagliato, e per fortuna nella Lega sono pochi, non sa nulla della vera storia della crisi”, esordisce Fontana.
Sono in tanti a chiedersi quanto la mossa, arrivata in pieno agosto, sia stata davvero un autogol, e quanto piuttosto una strategia politica intelligente per capitalizzare ancora di più il consenso. Salvini non aveva davvero previsto l’eventualità di un’alleanza Pd-M5s? Pensava di andare indisturbato al voto anticipato? Non è dato saperlo con certezza. Ma intanto il ministro Fontana allontana l’ipotesi che si sia trattato di uno sbaglio.
“Bisognerebbe avere rispetto e fidarsi di più di un leader che ha preso un partito al 3% e ne ha più che decuplicato i consensi. È stato un miracolo, una cosa mai vista, neppure ai tempi di Bossi. Io già non ci potevo credere l’anno scorso, quando abbiamo preso il 17%”, dice il leghista.
“Il tempo è galantuomo e alla fine di questa storia si dimostrerà che abbiamo fatto bene a rompere con i grillini”, sottolinea Fontana.
La mossa di Salvini di aprire la crisi di governo, secondo il leghista, era ampiamente condivisa da tutto il partito, dai ministri agli amministratori sul territorio: “Non ce n’è uno che fosse contrario a far cadere il governo”, dice il ministro uscente.
Il motivo della rottura è semplice: “Non era più possibile andare avanti. Tutto è cambiato con la campagna elettorale per le Europee. Il M5S veniva da una serie di sconfitte sul territorio, alle Amministrative. I Cinquestelle erano nervosi, perché sono sempre andati male nei sondaggi per le Europee, mentre noi volavamo. Così hanno iniziato ad attaccarci. Hanno fatto la campagna contro di noi anziché contro il Pd. Poi quando la Lega ha trionfato e loro hanno dimezzato il consenso, non hanno capito più nulla, hanno iniziato a farci i dispetti e a bloccare ogni lavoro. Per far passare il decreto sicurezza abbiamo dovuto mettere la fiducia”, dice in sintesi il leghista.
Fontana, che è ben avvezzo alle dinamiche europee, spiega che il vero “tradimento” è quello del M5s nei confronti degli italiani, in particolare con il voto a favore alla presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen. Mentre Salvini non ha tradito nessuno, ma “si è semplicemente staccato da chi si era venduto alla sinistra e all’Europa, tradendo i propri elettori”, dice su Libero.
Fontana spiega che i giorni in cui doveva decidersi la rottura sono stati tesi, ma poi è tornata la serenità in casa Lega.
“La Lega voleva il voto anticipato. All’inizio eravamo convinti di riuscire a ottenerlo. Avevamo annusato che l’accordo M5S-Pd era nell’aria ma non pensavamo fossero così avanti, abbiamo rotto per interromperlo e poi abbiamo sperato nella tenuta di Di Maio, nella speranza che l’intesa con i dem saltasse. Peraltro sarebbe anche suo interesse”, dice Fontana.
Il ministro uscente sottolinea come non è vero neanche che Salvini ha sbagliato la tempistica.
“Mica crederà alla balla di Renzi che fanno il governo per senso di responsabilità verso il Paese, per fare la manovra e scongiurare le clausole Iva? Se avessimo rotto tre mesi fa gli avremmo solo dato più tempo per mettersi d’accordo. Così invece devono far tutto in pochi giorni, e infatti stanno litigando come pazzi. Non osiamo sperarci, però…”, prosegue.
Tra Fontana e i Cinque Stelle non è mai corso buon sangue. L’apice si è toccato in occasione del Congresso della Famiglia a Verona, fortemente voluto dal leghista, e osteggiato in maniera a tratti aggressiva dai Cinque Stelle, in particolare dal sottosegretario Spadafora.
Fontana racconta che nella Lega erano esasperati dai continui no dei grillini, in particolare sul tema dell’Autonomia.
Ma qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo Salvini ad aprire la crisi di governo? “Con l’elezione in Europa della Von der Leyen grazie ai grillini abbiamo capito che la Ue aveva comprato politicamente M5S e Conte e Tria non ci avrebbero fatto fare la manovra in deficit che Salvini voleva per tagliare le tasse”, spiega Fontana.
E sul futuro del Movimento, azzarda una previsione: “Se governano con il Pd i grillini sono morti. Guardi adesso, il loro capo, Di Maio, non conta già nulla, è costretto a mendicare poltrone ministeriali. Con il voto perdono forza in Parlamento, ma sopravvivono. Potrebbero anche arrivare al 20 per cento”.
E la Lega, cosa farà? “Si riparte da Pontida, il 15 settembre, un momento sempre magico. Ci sono tre campagne elettorali fondamentali: Umbria, Emilia-Romagna e Toscana. Se torniamo a vincere, la vedo male per l’alleanza giallorossa”.
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