Salvini e la condanna del 2009 per razzismo: “Non mi fermano coi tribunali”
Ha fatto molto discutere nei giorni scorsi la notizia secondo cui, nel 2009, nei confronti di Matteo Salvini è stata emesso un decreto penale di condanna per razzismo a causa dei cori che, durante un raduno della Lega a Pontida, il segretario del Carroccio ha cantato contro i napoletani.
Ieri, domenica 12 gennaio 2019, Salvini è tornato sull’argomento: “Ho calcolato – ha dichiarato – dodici inchieste e processi aperti a mio carico, dal vilipendio all’abuso d’ufficio fino all’istigazione all’odio e al sequestro di persona, poi non ricordo ancora altro. Se pensano di fermarmi attraverso i tribunali, hanno sbagliato a capire”.
Il decreto penale di condanna nei confronti di Salvini, nel 2009, era passato in sordina. Erano stati due cittadini a denunciarlo per istigazione all’odio razziale e il tribunale di Bergamo aveva dato loro ragione. In quell’occasione, il segretario della Lega fu costretto a pagare una pena pecuniaria, senza passare così per il processo.
La condanna è emersa solo in questi giorni tra gli atti del procedimento contro il leader della Lega per vilipendio alla magistratura, in corso a Torino. Nel processo, infatti, i pm hanno acquisito anche il decreto penale di condanna in quanto si tratta di un documento che può contribuire a delineare la personalità dell’imputato.
I cori contro i napoletani, di cui lo stesso Salvini si è reso protagonista nel 2009 a Pontida, offendevano profondamente la popolazione partenopea, definita tra le altre cose “colerosa” e “terremotata”. Come si può vedere nel video qui sotto.