Salvini sui commercialisti della Lega arrestati: “Mi fido di loro, ne conosco due”
“Conosco due di quelle persone e mi fido, sono persone corrette, credo che si risolverà in nulla”: con queste parole Matteo Salvini, stamattina, ha commentato a Radio Anch’io su Rai Radio1 la notizia dei tre commercialisti vicini alla Lega arrestati ieri nell’ambito dell’inchiesta sulla Lombardia Film Commission. I tre professionisti – Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni – sono indagati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In questo momento sono ai domiliari, come anche Fabio Barbarossa, cognato di Scillieri, anch’egli indagato. Ma il segretario del Carroccio non ha dubbi sulla loro buona fede. “Siamo tranquillissimi, da anni cercano soldi in Svizzera, Lussemburgo, Liechtenstein e non trovano mai nulla. Abbiamo comunque piena fiducia nella magistratura”, ha dichiarato Salvini.
Di Rubba è un commercialista revisore contabile del gruppo della Lega in Senato, mentre Manzoni svolge lo stesso ruolo alla Camera. Nello studio milanese di Scillieri invece, nel 2017, sorgeva il domicilio della “Lega per Salvini premier”. L’inchiesta sulla Lombardia Film commission riguarda la compravendita di un capannone a Cormano, nel Milanese, avvenuta a un prezzo gonfiato che ha garantito una plusvalenza che gli inquirenti giudicano sospetta. Nel gennaio 2017 l’immobile è stato venduto dalla Paloschi – società di cui era liquidatore Scillieri – alla Andromeda – amministrata da Barbarossa – per 400mila euro, somma mai pagata. A dicembre 2017 la Andromeda lo ha venduto alla Fondazione Lombardia Film Commission per ben 800mila euro, quindi il doppio. Una somma, questa, finanziata dalla Regione.
Presidente della Lombardia Film commission all’epoca era proprio Di Rubba, che secondo l’accusa avrebbe spinto per l’acquisto su indicazione della Lega, “facilitando” l’operazione a favore della Andromeda. Nel 2018 gli studi di Bergamo di Manzoni e Di Rubba furono anche perquisiti dalla Procura di Genova nell’inchiesta sui 49 milioni di fondi della Lega.
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