Un hater di Matteo Salvini ha postato, la sera della Vigilia di Natale, una macabra foto del leader della Lega con un cappio al collo.
L’immagine è corredata da una didascalia che recita: “Lega stretto”. I commenti dell’utente a corredo del post sono anch’essi molto violenti: “I maiali si LEGAno per i piedi, la storia insegna”. E ancora: “Vergogna, Matteo Salvini me***”.
L’ex ministro dell’Interno ha deciso di diffondere il post sui suoi profili social e di commentarlo. Sul profilo Facebook di Salvini si vedono infatti l’utente in questione, l’immagine dell’ex vicepremier col cappio al collo e i pesanti insulti.
E il leader della Lega commenta così: “Stanotte pregherò anche per questo ragazzo in difficoltà!”, con un chiaro riferimento al Natale.
I commenti dei fan di Salvini, come è facile da immaginare, abbondano: c’è chi insulta a sua volta l’utente per il suo macabro post, chi esprime solidarietà all’ex vicepremier.
Resta un interrogativo, che spesso ci si pone in questi casi: è giusto mettere alla gogna una persona, sebbene quest’ultima si sia espressa in maniera violenta, sul profilo pubblico di un politico?
Come è noto, anche altri leader politici in passato hanno denunciato i pesanti attacchi ai loro danni sui social. È sbagliato ritenere che Facebook, Twitter e Instagram siano zone franche, in cui si può persino minacciare di morte qualcuno senza subire alcuna conseguenza.
Tuttavia, la gogna mediatica nei confronti di un cittadino è sempre molto pericolosa, specie se arriva da chi riveste cariche pubbliche di primissimo piano.
Di recente, si è discusso molto del post di una ragazza che, vicina di posto di Salvini in aereo, ha diffuso una foto in cui fa il dito medio al leader della Lega, che in quel momento stava dormendo nel sedile accanto a lei.
Salvini ha commentato l’immagine, e molti si sono chiesti se sia legittimo, pur a fronte di un gesto maleducato e condannabile, che un leader politico si ponga sullo stesso piano di una ventenne e utilizzi i social allo stesso modo.
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