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    Il centrodestra sogna il Corriere della Sera: ecco cosa c’è dietro l’operazione Sallusti-Libero

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 15 Mag. 2021 alle 09:36 Aggiornato il 15 Mag. 2021 alle 09:38

    Da ieri è ufficiale: Alessandro Sallusti ha lasciato la direzione de Il Giornale. La conferma è arrivata dalla Società Europea di Edizioni, editrice del quotidiano della famiglia Berlusconi. “Risolto dopo dodici anni di proficua collaborazione il rapporto di lavoro. L’editore Paolo Berlusconi e il presidente Alessia Berlusconi ringraziano il direttore Sallusti per l’impegno profuso in tutti questi anni”.

    Sallusti ha quindi detto si al corteggiamento della famiglia Angelucci: sarà il nuovo direttore di Libero. A dargli una mano ci sarà, come condirettore Pietro Senaldi che ha commentato: “Sono contento di tornare a lavorare con Sallusti che mi riportò a Libero proprio dal Giornale e ringrazio l’editore per la voglia di continuare a scommettere su Libero”.

    Anche Vittorio Feltri lo aspetta a braccia aperte: “Molto lieto”. E sulla decisione di lasciare la guida de Il Giornale non ha usato perifrasi: “Magari semplicemente ne ha pieni i cogl…”. Ora – per chiudere il cerchio – resta da capire chi sarà il nuovo direttore de Il Giornale.

    In pole position al momento c’è un nome a sorpresa, Michele Brambilla attualmente alla direzione del Quotidiano Nazionale. Nei giorni scorsi si era parlato anche di Nicola Porro e Augusto Minzolini. Qualche possibilità ce l’ha anche Paolo Liguori. Un altro profilo che rispondeva a tutti i requisiti era quello di Andrea Pucci, della vecchia guardia del Giornale e autore della grandi inchieste del quotidiano di via Negri, che resta però ben saldo a news Mediaset. Valutati anche altri nomi “interni” ed “esterni” ma senza alcuna chances.

    Ma le novità potrebbero non essere finite qui. Perché in realtà il punto di caduta dell’intera operazione Sallusti-Angelucci potrebbe essere molto più ampio e ambizioso: il Corriere della Sera. Le notizie di queste ultime ore, secondo fonti molto bene informate, sarebbero soltanto il primo passo in attesa che i tempi siano propizi (molto dipenderà da cosa accadrà dinanzi alla Supreme Court of the State of New York; da NY si preparano a chiedere un risarcimento ‘monstre’ di 300 milioni di euro per mancata vendita ad Allianz e per Cairo-Rcs sarebbe un colpo durissimo) per puntare al “Sacro Graal” del giornalismo italiano.

    L’operazione sarebbe la ciliegina sulla torta (e che ciliegina…) per un centro-destra (in particolare per la Lega di Salvini) che si sta già preparando alla sfida più grande: il governo del Paese.

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