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    Romeo a TPI: “Ora la lotta è tra sovranisti e globalisti, i cittadini decidano da che parte stare” | VIDEO

    Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo Credit: Davide Traglia

    Intervista al capogruppo della Lega al Senato nel giorno del voto di fiducia al governo Conte bis

    Di Davide Traglia
    Pubblicato il 10 Set. 2019 alle 11:29 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:26

     

     

    Massimiliano Romeo contro il governo Conte bis: “Ora la lotta è tra sovranisti e globalisti”

    Mentre Giuseppe Conte dava il via al dibattito sulla fiducia alla Camera dei deputati, Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha accettato l’invito della leader di FdI Giorgia Meloni ed è sceso in piazza “per protestare contro la manovra di Palazzo Pd-5 Stelle che impedisce ai cittadini di poter votare”, come ha scritto lui stesso su Facebook.

    Romeo ha risposto alle domande di TPI poco dopo la manifestazione che si è tenuta all’esterno di Montecitorio contro il governo Conte bis.

    > Manifestazione Fdi-Lega davanti a Montecitorio contro il Conte bis nel giorno della fiducia
    Senatore Romeo, alla luce di come è andata a finire, è stato un suicidio politico per Matteo Salvini dichiarare la crisi di governo?

    Salvini ha fatto l’unica cosa che poteva fare, anche perché sostanzialmente abbiamo anticipato quello che da tempo era già stato apparecchiato. C’erano diversi elementi che facevano pensare, ormai, che M5S e PD stessero andando nella stessa direzione.

    Di Maio ha confermato di aver ricevuto da Salvini, nei giorni successivi alla crisi, l’invito di diventare premier. Come mai questa inversione di marcia?

    No, nessuna retromarcia, semplicemente il tentativo di recuperare il contratto con quella parte dei Cinque Stelle che non aveva nessuna intenzione di assecondare questo nuovo corso con il Partito Democratico. Qualora fossimo ritornati insieme a condizioni diverse, con un programma aggiornato, indubbiamente la premiership sarebbe spettata al Movimento Cinque Stelle, ma di nomi non ne abbiamo mai fatti.

    In una recente conferenza stampa Di Maio ha affermato che la Lega, comunque dovesse andare, non potrà criticare l’operato del nuovo governo, perché da quello precedente ne è venuta fuori. Come risponde? 

    Non c’entra nulla il governo precedente, questo è un nuovo governo con un nuovo programma, ed è un nostro diritto fare opposizione laddove non faccia gli interessi dei cittadini. Vedendo che hanno delle posizioni molto diverse, credo che ci saranno tante occasioni per criticarne l’operato.

    Molti, tra cui Fratelli d’Italia, hanno bacchettato la Lega per non aver aperto la crisi prima, magari subito dopo le elezioni europee, quando vi era un maggior consenso attorno a Salvini. È così secondo lei?

    Non è assolutamente così, anche perché all’indomani delle Europee la Lega aveva il 34 per cento e quando ha aperto la crisi era al 38 per cento. Poi, secondo noi non sarebbe cambiato nulla. L’alleanza PD-5 Stelle l’avrebbero fatta comunque, perché è un accordo per non perdere la poltrona. Che fosse maggio o agosto poco sarebbe cambiato.

    Secondo gli ultimi sondaggi la Lega ha perso oltre 4 punti, mentre Conte piace a un italiano su due.

    È normale ci sia un po’ di disorientamento da parte dell’elettorato che magari ha bisogno di un po’ di tempo per comprendere bene tutte le ragioni. Noi le stiamo spiegando in tutte le maniere e pian piano ci accorgiamo che la gente comincia a capire come stanno veramente le cose. Sul fatto che Conte sia molto stimato non lo so, lo era anche molto Gentiloni, poi quando ci sono state le elezioni il PD non è andato così bene. Sono tutte valutazioni da vedere. Poi è chiaro: ora inizia il nuovo governo, c’è l’entusiasmo iniziale, la classica luna di miele, ma vedremo tra qualche mese.

    Nel futuro come vede la Lega di Salvini? Insieme a FdI e FI o da sola? Nel caso in cui stesse da sola, come si comporterebbe?

    Io vedo una Lega che con il suo progetto vuole una Italia del sì, vuole fare in modo che i cittadini davvero scelgano e contino e non siano altri a prendere le scelte al posto loro. Tutti coloro che rispettano questo grande progetto sono i benvenuti. Usciamo dalla logica del vecchio centrosinistra e centrodestra, perché non è più questa la contrapposizione. Piuttosto, la contrapposizione attuale è costituita dai sovranisti da una parte e dai globalisti dall’altra. Bisogna solo decidere da che parte stare.

    Senza la Lega al governo, lo spread sta calando. Cosa dice?

    Questo è un fatto molto grave, dato che le condizioni macro economiche sono identiche a un mese fa. Cosa è cambiato per fare in modo che lo spread scendesse in questa maniera? Vuol dire che se governa una parte politica viene utilizzata la leva dello spread, mentre se governa un’altra no. È come dire, e l’ho sentito da molti in Europa: ‘Visto che non ci sono i sovranisti al governo possiamo concedere più flessibilità’. È questa la democrazia dell’Europa? No, allora aveva ragione Ida Magli quando scriveva il suo libro “La dittatura europea”. Questa è una dittatura.

    Dite che questo governo è nato dalle grandi cancellerie europee, ma ha ricevuto il consenso da parte di Trump, che si può definire un sovranista. Per quale motivo il Presidente americano ha twittato così entusiasticamente?

    Questo non lo so, so solo che qualche giornalista sostiene che in America hanno un concetto di democrazia che non è come il nostro. Pensando al Conte bis avrà immaginato che la maggioranza fosse la stessa. Da loro non possono esserci situazioni di questo tipo, quindi è probabile sia dovuto anche a questo.

    Uno dei Ministeri più delicati è quello dell’Interno, dove è stato scelto il tecnico Lamorgese. Cosa ne pensa e soprattutto che ne sarà del decreto sicurezza?

    Sul decreto sicurezza vedremo, perché abbiamo sentito diverse posizioni e vedremo quale sarà quella ufficiale del governo. Non voglio giudicare l’ex prefetto Lamorgese, lo valuteremo dal suo operato. Quel che è certo, però, è che non mettere un politico al Ministero degli Interni è un segno di debolezza.

    Cosa ne pensa invece delle altre nomine?

    Quello che mi preoccupa è Roberto Gualtieri al Ministero dell’Economia. È uno che è stato Presidente della Commissione Affari Economici Europei, che ha seguito il dossier del Fiscal Compact e del meccanismo europeo di stabilità. Insomma: un uomo funzionale alle logiche di Bruxelles. Questo mi preoccupa, perché di fatto significa che il nostro paese è commissariato.

    Mentre c’era la fiducia alla Camera, la Lega ha manifestato in piazza Montecitorio per il ritorno alle urne. Non sarebbe un enorme rischio economico?

    Assolutamente no, questo era sostenuto da diversi economisti. C’erano tutti gli elementi per poter votare a fine ottobre, o nei primi giorni di novembre, e tutti gli strumenti per evitare l’esercizio provvisorio. La storia dell’Iva è una grande bufala perché, come potete vedere, con la formazione di questo governo dicono che è tutto a posto.

    Questo governo punta a un sistema elettorale proporzionale che renderebbe più difficile conquistare la maggioranza dei seggi per Salvini. Cosa ne pensa?

    Possono fare tutte le leggi elettorali che vogliono, ne possono inventare una al giorno, ma tutto questo non fermerà il fatto che noi presto torneremo a governare e finalmente l’Italia tornerà ad essere un paese che cresce e che merita.

    Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della Sera, ha parlato di un governo meno popolare ma più coeso.

    Sulla coesione guardi, secondo me fatto da due forze che sono assolutamente eterogenee, una l’opposto dell’altro. Pensi che il Movimento 5 Stelle è nato per combattere il PD, dire che è omogeneo mi sembra troppo. Era più omogeneo il governo giallo-verde, in quanto era formato da due forze che avevano come comune denominatore il fatto di essere forze anti-establishment. Poi una di queste due ha deciso di diventare pilastro dell establishment e quindi non abbiamo potuto fare altro che prenderne atto.

    Però c’erano delle differenze: sulla Tav, sul taglio dei parlamentari…

    Differenze ce ne erano per forza. Noi non ci siamo presentati alle elezioni con loro, eravamo separati. Però basta andare a vedere tutto quello che Movimento 5 Stelle e Pd si sono detti per rendersi conto di come questa unione sia un grandissimo pastrocchio fatto per difendere la poltrona e per fermare Matteo Salvini. Qualcuno pensa che così facendo riusciranno a interrompere la sua corsa. In realtà, non faranno altro che spianarci la strada.

    > Voto di fiducia alla Camera: 343 sì per il governo Conte 
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