Il caso Fedez e Rai3 trova anche una rappresentazione iconografica: nella notte, in via Podgora a Roma, la strada che costeggia la sede principale della tv pubblica, spunta un murales. L’opera, che porta la firma dello street artist Harry Greb, è intitolata “Non è la Rai” e rappresenta Fedez che doma il cavallo di Viale Mazzini, simbolo della Rai, sul quale sono impresse frasi estratte dal suo discorso di sul palco del primo maggio: ddl Zan, stop omofobia, censura tv pubblica e diritti dei lavoratori.
E ad occuparsi di Fedez è tornato Matteo Salvini che a margine della presentazione delle proposte della Lega sull’Agricoltura ha detto che “già da prima del Concertone lo avevo invitato a un confronto”, ma “per il momento non c’è una risposta. A me piacerebbe un confronto tranquillo, con o senza telecamere, dove vuole: all’autogrill, nel suo attico, dove vuole. Per parlare serenamente di futuro, libertà, diritti, arte, musica. Io gliel’ho proposto da tempo”. E poi: “Penso che l’Italia abbia altre emergenze. A proposito di lavoro, il dramma della ragazza che è morta a 22 anni ieri in fabbrica, questo è un tema di cui occuparsi a proposito di lavoro”.
Ieri Salvini aveva denunciato sui social di aver ricevuto minacce da alcuni utenti che avevano preso le difese del rapper. “‘Salvini lo squarterei vivo’, ‘sparate a Salvini’, ‘Salvini muori’, ‘Salvini crepa’, ‘Senza pace finché Salvini non sarà appeso a testa in giù…”. Scriveva Matteo Salvini, postando lo screenshot di alcuni messaggi, “alcuni dei tanti “commenti “questi sono freschi di oggi”, aggiungendo ironicamente: “Ma loro sono democratici e pacifisti, ascoltano Fedez, chiedono diritti per tutti e sono contro la violenza…”.