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    La ministra Roccella contestata al Salone del Libro: attivisti interrompono il suo intervento

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 20 Mag. 2023 alle 16:03

    Diversi movimenti progressisti, tra i quali gli ambientalisti di Extinction Rebellion e i femministi di Non Una di Meno, hanno interrotto l’intervento della ministra della Famiglia Eugenia Roccella nel padiglione della Regione Piemonte, al Salone del Libro di Torino. “Siamo di fronte alla cecità di un governo che continua a investire in combustibili fossili e in politiche volte a restringere il diritto all’aborto”, la denuncia degli attivisti presenti sul posto. Contro la rappresentante dell’esecutivo anche striscioni e sit-in all’esterno del Salone. Alcuni video mostrano la modalità della contestazione.

    All’arrivo di Roccella una ragazza si è bendata gli occhi, mentre tutte si alzavano in piedi, intonando cori e reggendo dei fogli con scritto “Giù le mani dai corpi e dalla terra”, “Aprite gli occhi” e “Né le terre né i nostri corpi sono territori di conquista”. Ecologia Politica e il Comitato EsseNon hanno dispiegato striscioni e volantinato per denunciare il rapporto con i principali partner di questa edizione del Salone del Libro, Intesa Sanpaolo e Esselunga. La ministra è finita nel mirino delle femministe in particolare per le sue dichiarazioni recenti contro l’interruzione volontaria di gravidanza, ad esempio quando disse che “purtroppo l’aborto è un diritto delle donne”. Roccella ha avuto un botta e risposta con le attiviste al termine della lettura del comunicato: “Se è vero che siete contro la mercificazione del corpo delle donne battetevi con noi contro l’utero in affitto”. Quindici persone sono state identificate dalla Digos.

    È stato necessario l’intervento del direttore del Salone, Nicola Lagioia: “È un gioco democratico e la democrazia contiene anche la contestazione per cui non perdiamo questa occasione di dialogo. Mandate un vostro delegato a discutere con la ministra. Anche in politica si fa così. State manifestando pacificamente, adesso cercate un dialogo”. I manifestanti hanno ignorato il suo invito replicando: “Se la ministra non ascolta le nostre richieste neanche noi vogliamo ascoltare quello che dice lei”.

    Sul banco degli imputati c’è in generale anche tutto il governo per la reazione alle manifestazioni degli attivisti climatici e la miopia di fronte all’emergenza: “Questo sistema politico è cieco di fronte alla gravità della crisi climatica e dei suoi effetti drammatici, che colpiranno soprattutto le donne, ma è ben attento invece a capire come disporre dei nostri corpi e dei nostri diritti riproduttivi”, dice Aurelia di Extinction Rebellion.

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