“La Pianura Padana è la regione più inquinata d’Europa. Migliaia di padani muoiono ogni anno per garantire il lavoro e quindi il reddito di cittadinanza per chi non lavora. Guardate che il Nord non ce la fa più”. Queste le parole dell’ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, che venerdì scorso – intervenendo a L’Aria che tira, su La7 – ha lanciato l’ennesimo attacco contro il Reddito di Cittadinanza, misura approvata in Parlamento durante il primo governo Conte con i voti favorevoli non solo del Movimento 5 Stelle, ma anche degli allora alleati della Lega.
Nel 2013 Castelli ha annunciato il suo addio alla “politica attiva”, ma non ha mai nascosto – anche di recente – la sua antipatia verso Matteo Salvini. “Se andrò a Pontida? Non penso, ma deciderò domani (domenica scorsa, ndr), magari un giro in bici lo farò”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al quotidiano Domani sabato scorso. “Questa parabola di Matteo Salvini si inserisce in un periodo storico in cui l’elettore si disinnamora in fretta dei leader. È un elettore che manda alle stelle e in brevissimo tempo divora i suoi idoli. Se sono veri i sondaggi è dura, non c’è un collegio al nord in cui noi sopravanziamo Fratelli d’Italia”. E per il dopo Salvini “Luca Zaia ha un carisma forte ed è quello che preferisco. Ma anche Attilio Fontana, Giancarlo Giorgetti e Massimiliano Fedriga andrebbero benissimo”.