Ci saranno “molti vertici, perché abbiamo alcune questioni da risolvere. Il governo deve andare avanti”. Parole chiare, quelle del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ai cronisti che gli chiedono se nei prossimi giorni ci saranno dei summit con gli altri esponenti dell’esecutivo e che dimostrano la tensione che c’è, nell’esecutivo, alla luce degli ultimi risultati elettorali.
Il crollo, perché di crollo si puo ormai parlare, del Movimento 5 stelle che si sta delineando in Sardegna apre la questione del consenso: Matteo Salvini sta letteralmente “mangiando” l’alleato di governo.
E per capire la mole del calo nei consensi di quello che alle elezioni dello scorso 4 marzo era senza ombra di dubbio la prima forza politica italiana è sufficiente osservare com’è cambiato l’orientamento di voto sardo.
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Risultati elezioni 4 marzo 2018
Un anno fa il Movimento 5 stelle conquistò il 42,48 per cento dei consensi.
La Lega si fermò al 10,79 per cento, seconda forza politica del centrodestra: al primo posto della coalizione c’era infatti Forza Italia, con il 14,78 per cento.
Il centrosinistra, formato all’epoca da Pd, +Europa, Italia Europa Insieme, Civica Popolare Lorenzin, prese il 17,66 per cento.
Liberi e Uguali ottenne invece il 3,13 per cento dei consensi.
Risultati elezioni 24 febbraio 2019
A distanza di un anno, la situazione è cambiata in maniera clamorosa.
Il Movimento 5 stelle è sceso infatti di circa 25-30 punti percentuali, collocandosi oggi tra il 15 e il 10 per cento.
Notevole il balzo del centrodestra, dato intorno a quota 45 per cento.
E significativa è la crescita del centrosinistra, che contando su un esponente “che unisce” come Massimo Zedda è salito addirittura intorno a quota 35 per cento.
Cosa accadrà dopo le elezioni in Sardegna
Dopo l’Abruzzo, quindi, ecco la Sardegna. Il Movimento 5 stelle temeva una nuova battuta d’arresto e, stando a quanto emerso, si ritroverà nelle prossime settimane a confrontarsi comunque con un calo dei consensi nelle urne.
Per questo martedì Luigi Di Maio dovrebbe accelerare nella costruzione del nuovo progetto politico per trasformare il Movimento in una forza che può contare anche su uno stretto legame con il territorio, con la nomina di coordinatori regionali.
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