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    Risultati elezioni regionali in Lombardia e Lazio

    Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, appena rieletto per un secondo mandato

    Nicola Zingaretti è stato riconfermato governatore del Lazio, Attilio Fontana ha vinto nettamente in Lombardia

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 6 Mar. 2018 alle 19:03 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:29

    Domenica 4 marzo 2018, oltre alleelezioni politiche (qui un riepilogo con tutti i risultati, e gli scenari che si aprono adesso per la formazione del governo) si sono tenute in Italia anche le elezioni regionali in Lombardia e Lazio.

    I cittadini erano chiamati alle urne per rinnovare le amministrazioni di queste due regioni. Gli aventi diritto al voto nel Lazio erano 5 milioni, in Lombardia poco meno di 8 milioni.

    Le schede consegnate agli elettori di queste due regioni erano tre: una rosa per la Camera dei Deputati, una gialla per il Senato della Repubblica, e una verde per il Consiglio regionale.

    La scheda per le regionali era l’unica priva del  tagliando anti-frode, e che quindi poteva essere inserita direttamente nell’urna senza essere consegnate al presidente, che invece per le altre due schede provvedeva a staccare il tagliando e a inserirle nell’urna, per verificare che non ci fossero anomalie.

    Come si votava

    Alle elezioni regionali il meccanismo di voto differiva da quello previsto per le elezioni della Camera e del Senato.

    Per prima cosa, alle regionali era previsto il voto disgiunto. Era possibile cioè esprimere una preferenza per un candidato alla presidenza e per una lista che appoggia un altro candidato.

    Questo meccanismo non era previsto invece alle elezioni politiche nazionali, dove il voto disgiunto non era contemplato.

    Se si barrava soltanto il nome del candidato alla presidenza, nessuna lista a lui collegata otteneva la preferenza. Barrando una specifica lista, invece, il voto andava in automatico anche al candidato appoggiato da quella lista.

    Infine, alle elezioni regionali era possibile esprimere due preferenze sulla scheda, scrivendo nomi e cognomi dei candidati. Le due preferenze dovevano però essere espresse per candidati di sesso diverso, pena l’annullamento delle stesse.

    I candidati in Lombardia

    Attilio Fontana, candidato dal centrodestra dopo la rinuncia di Roberto Maroni, ha 65 anni, è entrato in politica negli anni ’90 ed è stato sindaco di Varese dal 2006 al 2016. Leghista doc, nel suo programma punta alla continuità con la legislatura Maroni.

    Giorgio Gori, classe 1960,  è stato direttore di Canale 5 e Italia 1, prima d’intraprendere nel 2011 la carriera politica. Nel 2014 è diventato sindaco di Bergamo.

    TPI aveva incontrato a pochi giorni dalle elezioni proprio Fontana e Gori per un’intervista doppia sui loro programmi per il governo della regione.

    Dario Violi, candidato del Movimento Cinque Stelle, ha 32 anni, è di Bergamo e viene dal mondo della cooperazione internazionale. È consigliere regionale in Lombardia dal 2013 e ha ottenuto la candidatura alle Regionarie dei Cinque Stelle con 793 preferenze.

    Onorio Rosati, di Liberi e Uguali, è un ex sindacalista della Cigl ed è stato eletto consigliere regionale con il Pd nel 2013.

    I risultati in Lombardia

    Attilio Fontana, candidato del centrodestra, è stato eletto presidente della regione con il 49,74 per cento dei voti, staccando di 20 punti Giorgio Gori, candidato del centrosinistra, che ha raccolto il 29,09 per cento delle preferenze.

    Dario Violi, del Movimento Cinque Stelle, ha avuto invece il 17 ,36 per cento dei consensi. Onorio Rosati, di Liberi e Uguali, si è fermato all’1,93 per cento.

    La Lega si è imposta come primo partito della regione, ottenendo quasi il 30 per cento dei voti, quasi il doppio di quello raccolti da Forza Italia, confermando così un trend che si è registrato anche a livello nazionale.

    Per effetto di questi risultati, il centrodestra potrà disporre di 48 consiglieri regionali, così ripartiti: 28 per la Lega, 14 per Forza Italia, 4 per Fratelli d’Italia, 1 per la lista e 1 per Noi per l’Italia.

    19 seggi andranno al centrosinistra: 16 al Partito Democratico, 2 alla Lista Gorie e 1 a +Europa. Il Movimento Cinque Stelle elegge invece 11 consiglieri regionali.

    Fontana: “Abbiamo vinto, la buona politica ha ancora un senso”

    Il candidato del centrodestra Attilio Fontana ha parlato in conferenza stampa dopo l’esito delle elezioni.

    “È una buona vittoria, ora proseguiamo sulla strada del buon governo di questa regione”, ha detto Fontana, che ha ringraziato il segretario della Lega Matteo Salvini, gli elettori e i militanti.

    “Questo risultato dimostra che la buona politica ha ancora un senso”, ha aggiunto.

    Gori: “Non abbiamo fermato l’onda populista”

    Giorgio Gori ha parlato in conferenza stampa ammettendo la sconfitta: “Il vento populista in queste elezioni ha spazzato via tutto. Noi abbiamo posto degli argini, in alcune città, come Milano, il risultato è stato buono, ma nel complesso non sufficiente per farci competere per la vittoria”.

    I candidati nel Lazio

    Nicola Zingaretti, 52 anni, candidato del centrosinistra e governatore uscente, nel 2013 sconfisse Francesco Storace con il 40 per cento dei voti. Prima di diventare presidente della regione ha ricoperto i ruoli di presidente della provincia e di parlamentare europeo.

    Roberta Lombardi, 44 anni, candidata del Movimento Cinque Stelle, è stata la prima capogruppo dei pentastellati nel 2013. Esponente di primo piano del Movimento nel Lazio, si è più volte scontrata con la Sindaca di Roma Virginia Raggi.

    Stefano Parisi, 61 anni, è il candidato sostenuto dal centrodestra. Ex amministratore delegato di Fastweb e presidente di Confindustria, Parisi ha sfidato Giuseppe Sala alle elezioni comunali del 2016, venendo sconfitto al ballottaggio.

    Sergio Pirozzi è sindaco di Amatrice e candidato indipendente di centrodestra con la lista “Sergio Pirozzi presidente”. Considerato tra i papabili come candidato della coalizione di centrodestra, alla fine gli è stato preferito Stefano Parisi. Pirozzi ha comunque deciso di candidarsi ugualmente.

    I risultati nel Lazio

    Nicola Zingaretti, candidato del centrosinistra e governatore uscente, è stato riconfermato presidente della regione ottenendo il 33,3 per cento dei voti.

    Stefano Parisi, candidato del centrodestra, si è fermato a poca distanza, con il 31,5 per cento delle preferenze.

    Roberta Lombardi, del Movimento Cinque Stelle, ha raccolto il 27,3 per cento dei consensi.

    Sergio Pirozzi si è fermato al 4,9 per cento delle preferenze.

    La probabile ripartizione dei seggi è la seguente: 26 al centrosinistra (16 più 10 attribuiti dal premio di maggioranza), di cui 18 al Partito Democratico, 3 alla Lista civica Zingaretti, 2 a Liberi e Uguali, 1 a +Europa e 1 a Centro Solidale.

    15 seggi dovrebbero andare al centrodestra, 9 al Movimento Cinque Stelle e 1 alla lista di Sergio Pirozzi.

    Zingaretti: “Ora bisogna rigenerare il centrosinistra”

    Il governatore rieletto Nicola Zingaretti, parlando dopo la vittoria alle elezioni, ha detto che “è di straordinaria importanza aver vinto nel giorno in cui le forze di sinistra hanno avuto la peggiore sconfitta nella storia della Repubblica”.

    Parlando dell’alleanza con Liberi e Uguali, Zingaretti ha affermato che “questo tipo di intesa del fare dovrà contribuire a rigenerare il centrosinistra”

    Parisi: “La nostra regione merita di più”

    Stefano Parisi si è congratulato con Zingaretti, ma ha detto: “Spero che riesca a governare meglio di quanto ha fatto negli scorsi cinque anni. La candidatura del centrodestra è stata decisa troppo in ritardo, se avessimo avuto più tempo per confrontarci con Zingaretti avremmo vinto”.

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