Riforme, intesa di maggioranza in 4 punti: ecco quali sono
Domani, 8 ottobre 2019, la Camera voterà la legge di riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. Condizione imprescindibile da sempre per il Movimento 5 stelle, il Pd e altri partiti di maggioranza voteranno questa legge come da accordi stabiliti in fase di formazione del governo Conte bis. Anche se c’è chi non teme di definire il testo come “demagogico”. È per questo che sul tavolo sono stati messi anche dei “contrappesi”. E così M5s, Pd, Italia Viva, Leu e il gruppo Autonomie del Senato hanno firmato un’intesa sulle riforme in 4 punti.
Ecco cosa prevede:
Una nuova legge elettorale
“Ci impegniamo a presentare entro il mese di dicembre un progetto di nuova legge elettorale per Camera e Senato, al fine di garantire più efficacemente il pluralismo politico e territoriale, la parità di genere e il rigoroso rispetto dei principi della giurisprudenza della Corte costituzionale in materia elettorale e di tutela delle minoranze linguistiche”. È il primo punto dell’accordo raggiunto e firmato dai capigruppo che sostengono la maggioranza.
Abbassare l’età per eleggere il Senato
Da ottobre partirà il progetto per abbassare l’età per chi vota al Senato, in modo da equiparare i requisiti di elettorato attivo e passivo di Camera e Senato. E’ il secondo impegno che i capigruppo di maggioranza hanno preso e sottoscritto in un documento finale sulle riforme.
“Ci impegniamo, altresì, a presentare un testo volto a modificare il principio della base regionale per l’elezione del Senato – si legge nel documento – e per riequilibrare il peso dei delegati regionali che integrano il Parlamento in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica, a partire dall’elezione successiva a quella delle nuove Camere in composizione ridotta”.
Valorizzare il ruolo del Parlamento e modificare i regolamenti parlamentari
Previsti anche ‘correttivi’ sui regolamenti parlamentari, imposti dalla riforma del taglio dei parlamentari. È il terzo punto del documento sottoscritto dai capigruppo della maggioranza sulle riforme. “Auspichiamo un lavoro rapido delle Giunte per il regolamento di Camera e Senato – si legge nel testo – per riformare i regolamenti vigenti, così da adeguarli in modo efficiente al nuovo numero dei parlamentari, garantendo in entrambi i rami del Parlamento alle minoranze linguistiche di potere costituire gruppi o componenti autonome”.
L’obiettivo, continua l’intesa, è “valorizzare il ruolo del Parlamento” e allo stesso tempo “limitare in maniera strutturale il ricorso alla decretazione d’urgenza e alla questione di fiducia”.
Nuovo iter per l’autonomia differenziata
C’è l’impegno ad avviare, entro dicembre, un percorso che migliori il rapporto tra il Parlamento e le Regioni in vista dell’attuazione dell’autonomia differenziata. E’ quanto prevede il quarto punto dell’accordo sulle riforme firmato dai capigruppo della maggioranza.
“Per dare piena attuazione al punto 10 del programma di governo – si legge nel testo – ci impegniamo ad avviare entro dicembre un percorso che coinvolga tutte le forze politiche di maggioranza, aperto al contributo dei costituzionalisti e della società civile, volto anche a definire possibili interventi costituzionali, tra cui quelli relativi alla struttura del rapporto fiduciario tra le Camere e il Governo e alla valorizzazione delle Camere e delle Regioni per un’attuazione ordinata e tempestiva dell’autonomia differenziata”.
Soddisfazione del governo per l’intesa di maggioranza
Il documento sulle riforme con l’intesa della maggioranza in 4 punti è stato sottoscritto per il Movimento 5 Stelle da Francesco Silvestri e Gianluca Perilli, per il Partito Democratico da Graziano Del Rio e Andrea Marcucci, per Italia Viva da Maria Elena Boschi e Davide Faraone, per Liberi e Uguali da Loredana De Petris e Federico Fornaro, per il gruppo Autonomie del Senato da Julia Unterberger.
“Esprimo la mia soddisfazione per l’intesa raggiunta dai capigruppo di maggioranza. Domani mi aspetto una larga maggioranza e che le opposizioni votino a favore per il taglio dei parlamentari, come accaduto già nelle letture precedenti”. Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà al termine dell’incontro di maggioranza sulle riforme collegate al taglio degli eletti, che sarà votato domani alla Camera.
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