Riforma giustizia, c’è l’intesa su prescrizione e intercettazioni
C’è l’accordo sulla riforma della giustizia, con un doppio via libera alla nuova prescrizione (legge Bonafede) e alle nuove intercettazioni (legge Orlando). Ma sono ancora molti i nodi da sciogliere. Il sistema elettorale e come modificare il processo penale i punti centrali.
Riforma della giustizia, le novità
Tutti i protagonisti, nonostante il disaccordo sul processo penale, si sono dati appuntamento al 7 gennaio per ricominciare daccapo con il confronto. Anche se i renziani di Italia Viva già protestano e non accettano il compromesso.
La riforma sul processo penale fa litigare i partiti. Ma la maggioranza si è potuta concentrare su quelle che sono già leggi dello Stato. In una sorta di disarmo bilaterale, il M5S ha accettato una riforma delle intercettazioni che aveva fieramente avversato e il Pd a sua volta ha ingoiato uno stop alla prescrizione che non avrebbe mai scritto così.
Sul doppio ok, un vertice a palazzo Chigi, con il premier Giuseppe Conte, il ministro Alfonso Bonafede e le delegazioni dei quattro partiti suggella politicamente l’intesa, già definita mercoledì dai tecnici, nel giro di appena un’ora.
Ci sarà un consiglio dei ministri domani mattina, quindi, che inserirà nel decreto Milleproroghe un capitolo sulle intercettazioni rinviate di due mesi per permettere ad alcune procure di adeguarsi alle nuove disposizioni, e ci sarà anche una norma per equiparare le intercettazioni con i trojan a quelle telefoniche (saranno possibili sono per i reati gravi con pena edittale oltre i 5 anni); per dare maggiori possibilità agli avvocati difensori di verificare la massa delle intercettazioni effettuate (ma saranno trascritte solo quelle considerate rilevanti); e infine per meglio regolare i rapporti tra polizia giudiziaria e pubblico ministero. “Il pm torna ad avere la supervisione nella scelta”, avverte il ministro.
Riforma della giustizia, i commenti
E a questo punto la riforma della prescrizione targata Bonafede entrerà in vigore il primo gennaio e della promessa velocizzazione del processo – le due riforme avrebbero dovuto camminare in parallelo – se ne parlerà nei mesi prossimi. Nel frattempo sono stati anche rallentati ad arte i lavori parlamentari per un ddl di Enrico Costa, Forza Italia, che mirava proprio a impedire l’entrata in vigore della riforma. “Ci faranno votare quando i buoi saranno scappati”, lamenta Costa.
A commentare indignato è il leader della Lega Matteo Salvini: “Il signor Bonafede è coerentemente disastroso. Mentre con la sua “riforma” si prepara a tenere sotto processo a vita milioni di Italiani, l’incapace Bonafede invoca il processo per Salvini. Condivido la richiesta avanzata dagli avvocati italiani a Bonafede: dimissioni!”.
Anche sulla legge elettorale, che in base all’accordo di governo sul taglio dei parlamentari doveva essere sfornata entro Natale, la maggioranza è in stallo per colpa dei veti incrociati dei parti più piccoli, LeU e Italia Viva, su due sistemi diversi di legge proporzionale. In attesa di chiudere un accordo a gennaio, si è deciso di parlare con le opposizioni, per il momento è già qualcosa.