Riccardo Ricciardi è il nuovo vicepresidente dei Cinque Stelle. Incarna l’anima “progressista” del movimento: durante il governo gialloverde votò contro i decreti sicurezza e la legge sulla legittima difesa. Dopo che la scorsa settimana abbiamo intervistato il vicepresidente del Pd Peppe Provenzano, ora tocca a lui essere interrogato su salari e lavoro, i grandi temi di questi mesi.
Il M5S di Conte è ormai assettato con le nuove nomine. Quali saranno le differenze con il M5S visto fin qui?
«Ci stiamo rinnovando sotto la guida di Giuseppe Conte. Ora il nostro impegno si focalizzerà soprattutto nel radicamento territoriale. Ho fatto per cinque anni il consigliere comunale a Massa: da sempre ci veniva fatta questa richiesta dai nostri iscritti. Oggi finalmente abbiamo persone che si occuperanno di struttura sui territori, formazione, raccolta di progetti della società civile».
Il vero grande tema continua a essere il lavoro. L’Italia è ultima per salari e anche dal punto di vista dei diritti le cose non sembrano andare benissimo. Il Governo Draghi, come prevedibile, non pare in grado di soddisfare i grandi temi che sono sul tavolo e i sindacati sono sul piede di guerra. È possibile invertire la tendenza? Come?
«Con questa Legge di Bilancio si mette al centro il taglio delle tasse. È un fatto che in questo Paese la classe media, la stragrande maggioranza degli italiani, paghi troppe tasse. La sfida sul lavoro è nel Pnrr. Il lavoro si crea se si guarda al futuro. È inutile ragionare con gli schemi di trent’anni fa».
E com’è che si genera lavoro?
«Con aziende che investono sul mercato con idee innovative e dando un nuovo ruolo allo Stato. Quindi meno burocrazia, infrastrutture realmente necessarie, digitalizzazione. Sa un’azienda nel mio comune cos’ha atteso per anni? Il taglio di rami di alberi che intralciavano le enormi merci che dovevano movimentare dal capannone al porto. Se lo Stato ascolta e risponde velocemente, saranno sempre meno le persone che proveranno a eludere le regole: contratti a nero, evasione, sicurezza sul lavoro. Se lo Stato non ti intralcia, come ahimè accade, quelle norme non saranno viste come ostacolo ma come un patto tra soggetti che si rispettano»…
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