Renzi spera in una rimonta del suo centro dopo l’addio di Carlo Calenda ad Enrico Letta, che avrebbe già definito “la caporetto di Enrico”. La decisione dell’ex ministro di rompere il patto unitario stretto con i dem in vista delle elezioni del 25 settembre appare come una vera opportunità per il leader di Italia Viva, che sogna il Terzo Polo. Se l’ex ministro accettasse di stringere un accordo con Renzi, il raggruppamento centrista a cui lavora Iv – di cui farà parte anche l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti e la sua “Lista civica nazionale” – potrebbe ambire a sorpassare il Movimento 5 Stelle dopo FdI e Pd.
Per il momento i due non si sono sentiti, e dovrebbero incontrarsi prima di mercoledì, ma secondo un retroscena di Repubblica pur di allargare il suo polo Renzi sarebbe disposto a cedere all’europarlamentare di “Siamo Europei” il ruolo di front runner, di cui – avrebbe confessato ai suoi – “non gli interessa nulla”. Un passo di lato necessario per evitare che le incompatibilità caratteriali tra i due saltino fuori prima di mettere a punto la strategia necessaria ad eleggere i fedelissimi e superare le soglie di sbarramento. A tal fine l’ex premier potrebbe persino a rinunciare al suo cognome nel simbolo, a patto che rimanga il logo di Iv.
D’altro canto Calenda di quell’appoggio ha bisogno perché, senza +Europa, per presentare le liste di Azione deve raccogliere le firme in una settimana in tutti i collegi di Italia. Una mobilitazione che secondo gli stretti collaboratori di Calenda si organizzerà nel giro di 48 ore con l’obiettivo di rendere il partito indipendente. “Il tema di Renzi ora non si pone”, confessavano ieri alcuni esponenti di Azione, ancora concentrati sullo strappo dal Pd. A rallegrarsi della retromarcia dell’ex ministro sono stati prima di tutto i fuoriusciti di Forza Italia, che da giorni spingevano per una rottura, decisa in modo definitivo in seguito al patto elettorale tra dem e la coalizione formata da Sinistra Italiana e Verdi. “Da oggi l’Italia tra la sinistra di Fratoianni e la destra filo Orbán, avrà una proposta popolare”, ha scritto ieri Maria Stella Gelmini in un tweet. Una proposta che prima della presentazione delle liste potrebbe assumere ancora nuove forme.