Lo avevamo anticipato già la scorsa settimana. Si sarebbe aperta la fase congressuale nel Partito democratico. E così è stato. “Qualcuno dovrà pagare per la fallimentare strategia tenuta dal partito durante la crisi di governo del Conte due”, spiegano dal Nazareno.
“Ci siamo fatti mettere sotto da un partito che non vale nemmeno il 2%”, il refrain che circola ai piani alti di Sant’Andrea delle Fratte.
Anche Nicola Zingaretti non nega i problemi ma preferirebbe un congresso tematico ovvero senza discussioni sulla leadership perché “sulla segreteria si voterà tra due anni”.
Tra i dem, però, non la pensano tutti così. E poi c’è il convitato di pietra, Matteo Renzi che con una diversa leadership (ad esempio quella dall’amico Bonaccini) potrebbe addirittura rientrare nel partito con le sue truppe oppure diventarne il principale alleato se dovesse nascere un rassemblemant centrista sul modello di Forza Italia Viva.
A proposito di Bonaccini, nelle chat Pd gira addirittura già il nome della mozione (ovviamente satirica) pronta a sostenere il governatore dell’Emilia Romagna: “Torna a casa Renzi”. Più chiaro di così. Del resto la scorsa estate Bonaccini aveva detto al direttore di TPI, Giulio Gambino, di non avere nulla in contrario al rientro di Renzi nel Pd.
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