Matteo Renzi è stato ospite di Massimo Giletti, a Non è l’arena su La7. Il leader di Italia Viva ha descritto, dal suo punto di vista, i principali movimenti in atto nella politica italiana, due i cardini su cui si è concentrato Renzi: Draghi e il Quirinale. Per il premier tanti i complimenti: “Non possiamo permetterci di fare a meno di Draghi: che stia al Colle o che stia a Palazzo Chigi, l’importante è che sia in campo”.
Per Renzi “chi pensa di fare a meno di Draghi in questo momento è uno che ha mangiato male in queste vacanze di Natale”. La domanda che si pone, però, è se farlo giocare come “prima punta o numero 10”. Rimanere a palazzo Chigi significherebbe giocare da prima punta, salire al Quirinale significherebbe essere il numero 10: “È una soluzione che ha un senso, gioca più a centrocampo ma per 7 anni”.
Renzi afferma poi di non essere il principale decisore di questa elezione, che sta per aprirsi, mentre lo fu per quella di Mattarella. “L’altra volta – ricorda – avevo 400 parlamentari, ora ne abbiamo 40, è un po’ diverso. Vorrei chiedere a tutti i grandi elettori di pensare all’Italia e non ai singoli partiti”.
Per il leader di Italia Viva, infine, in questa partita il Partito democratico dimostra di non avere “i numeri e nemmeno tante idee”. Enrico Letta gli ha chiesto di fare un accordo ma “se si trova meglio con Conte che con me… de gustibus non disputandum est”. Sul M5s Renzi afferma che “Conte non controlla i suoi” e prevede che presto nel movimento ci sarà una divisione: “Virginia Raggi è il potenziale leader di un partito diverso da quello di oggi”.