Renzi lancia la proposta economica di Italia Viva
Matteo Renzi lancia la proposta economica del suo movimento politico Italia Viva. Con l’iniziativa “Shock!” a Torino l’ex premier ed ex segretario Pd chiede una svolta in materia di economia, soprattutto per un abbassamento delle tasse e una semplificazione dell’Irpef, e con un grande piano sulle infrastrutture.
Microtasse
“Nelle prossime settimane – ha annunciato il senatore fiorentino – i nostri parlamentari cercheranno di fare tutto per evitare i microbalzelli in manovra e abbiamo pronto un piano su come rendere l’Irpef più semplice nel 2021”. “Oggi qui non facciamo la contromanovra – ha poi precisato -: la manovra è stata fatta ma il nostro obiettivo è quello che avverrà dal primo gennaio 2020. La legge di bilancio ha avuto come obiettivo fondamentale bloccare l’aumento Iva e lavoreremo per evitare l’aumento dei microbalzelli”.
“Con gli emendamenti alla manovra – ha dichiarato il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone – faremo cose popolari: dallo stop a quota 100, all’eliminazione delle microtasse. Nelle scorse settimane abbiamo fatto una serie di incontri e ci sono arrivate molte indicazioni con emendamenti: presenteremo proposte dai Comuni agli ambulanti”. “Le risorse proponiamo di reperirle dalle spese intermedie, che sono state ai livelli più bassi col livello Renzi, e quota 100”,
Irpef
Il deputato Luigi Marattin sulla riforma Irpef a Torino ha spiegato: “Abbiamo proposto di dire all’Italia che nel 2021 si avrà una nuova imposta sui redditi più semplice e più bassa. Abbiamo chiesto di lavorare adesso per un anno per mettere i soldi solo lì. Il governo ha detto sì, ci pensiamo”.
Debito
Dopo aver ospitato l’economista Marco Fortis, Renzi dal palco di Torino ha parlato della priorità di stimolare la crescita per abbassare il debito pubblico elevato. “Chi vuole abbassare il debito deve stimolare la crescita o siamo finiti come Paese”, ha detto. E ancora, sul piano politico: “Siamo nati per fare proposte e non polemiche, non per alimentare tensioni. Siamo nati perché l’economia è messa peggio di come sembra”.
Infrastrutture
Per quel che concerne “il piano shock sulle infrastrutture”, Renzi parla di “elenco di opere da sbloccare”. “Abbiamo fatto un piano dettagliato e che andrà casa per casa, quartiere per quartiere, associazione di categoria per associazione di categoria, associazioni, sindacati, forze politiche. È un elenco di opere da sbloccare”.
“Ci sono 74 miliardi per strade e autostrade ferme e lo sono per motivi vari. La statale 106 in Calabria, per dire, è bloccata da ricorsi da anni. Il punto vero è sbloccare attraverso una procedura semplificata. Questo ha tre elementi chiave: primo punto, serve a cittadini; secondo punto, crea Pil e posti di lavoro; terzo punto, vinci l’atteggiamento culturale assurdo di chi vuole stare a casa e prendere il reddito di cittadinanza. Noi siamo per il lavoro di cittadinanza e non il reddito di cittadinanza”.
Cuneo fiscale
Sul cuneo fiscale, uno dei punti cardine della manovra economica 2020 all’esame delle Camere, da Italia Viva fanno sapere che non ci saranno ostacoli alla misura che consentirà di abbassare il gap tra reddito lordo e netto dei lavoratori dipendenti. “Non faremo emendamenti sul cuneo fiscale”, ha dichiarato a Torino il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone.
Il piano shock da 120 miliardi per investimenti e infrastrutture
Renzi ha parlato della proposta economica di Italia Viva, prima dell’intervento di Torino, in un colloquio con il Sole 24 Ore. L’ex premier ha indicato un piano shock da 120 miliardi “per rilanciare investimenti e infrastrutture nei prossimi tre anni”, precisando che la manovra economica ora al vaglio del Parlamento “ha il merito di aver evitato l’aumento dell’Iva”. Certo – ha però aggiunto il senatore – “non basta e non può bastare”.
Renzi parla di un piano che definisce “più ambizioso di quello messo in campo in Germania” e che riguarderebbe una ventina di aspetti: da strade e ferrovie a porti e aeroporti, dal dissesto idrogeologico all’edilizia scolastica.
“Sono in programma 100 incontri su tutto il territorio nazionale”, spiega l’ex premier. E che nella prima metà di gennaio sarà messo anche a disposizione del premier e del governo un decreto legge, perché – aggiunge – “ci accusano di essere guastatori ma noi vogliamo stare sui problemi concreti, sulle proposte. Certo non possiamo assistere inerti all’arrivo della recessione che si preannuncia”.
Il nodo principale quando si parla di infrastrutture e grandi e piccole opere è sempre lo stesso, ha detto Renzi al Sole 24 Ore. “Per la parte pubblica – ha affermato l’ex premier – i soldi sono già stanziati e anche la disponibilità privata non manca”.
Renzi ha parlato anche dei due giorni trascorsi a Londra. “Ho potuto constatare il vivo interesse da parte di società di investimento e di banche, anche straniere. Il vero problema è che i progetti non partono, sono bloccati”. Pertanto quel che serve “è una corsia preferenziale sblocca-burocrazia come abbiamo fatto con l’Expo di Milano e con gli scavi di Pompei”.
Ovvero, “per ogni grande opera una legislazione ad hoc che superi i lacci burocratici” perché in Italia “sono bloccate opere stradali e ferroviarie per oltre 56 miliardi. 8 circa per mancanza di finanziamenti, le restanti per la burocrazia”, dice l’ex premier. “Serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, altrimenti il Paese non ce la farà. E noi non assisteremo inerti a un declino che tutti insieme possiamo evitare”.